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    Frecce e bus

    pensiero della domenica dal sito di Ennio remondino, che ancora mi ospita sotto le mentite spoglie di un gatto randagio…

    GATTO RANDAGIO Il popolo pendolare delle lunghe tratte

    “Correndo, su e giù per l’Italia a bordo di Frecce… Freccia rossa, o bianca, non saprei… dettagli, che, se sfuggono, tanto importanti non devono essere. Infatti, colore a parte, il concetto è lo stesso. Fatto sta che sei appena riuscito a fare entrare il tuo borsone nello striminzito portabagagli lì sulla testa, pensato, è chiaro, solo per esclusive 24 ore, 48 al massimo…, ti sei appena appena accomodato per goderti lo scorrere dello spazio e del tempo fuori dal finestrino, che una voce sorridente e un po’ meccanica annuncia (badate bene in  tutti i vagoni!) che ai clienti, ma solo a quelli di prima classe, è riservato “uno speciale benvenuto con snack, bibite, piccoli omaggi e degustazioni esclusive”. Forse ci avrete fatto l’abitudine, ma io ogni volta mi chiedo: e tutti gli altri in seconda? (…) Certo, per quanto siano i più, non è la parte di clientela che merita più attenzione, e si può anche cercare di capire, guardando alla differenza del prezzo del biglietto… Ma perché dichiararlo ad alta voce? Che tristezza, che volgarità, quell’annuncio. A marcare e rimarcare questa Italia sempre più addensata in due parti distinte, sempre più distanti. E che lo si abbia chiaro in testa!  Che la differenza di classe è differenza di classe…

    Ce ne è anche per chi da queste due miserevoli Italie è definitivamente escluso. Un secondo annuncio invita a non acquistare prodotti che non siano del personale del treno per non minare “la qualità del nostro servizio”… e qui ti interroghi su una certa confusione semantica ( il servizio della compagnia non è certo quello degli abusivi… o no?). L’annuncio termina con l’appello, con tono complice e risoluto, a segnalare eventuali abusivi. Certo, una società dalle divisioni così marcate non può che essere una società di delatori… Ma ogni volta ancora mi stupisco, della volgarità ormai imperante che questi annunci ha dettato, e dei solchi sempre più profondi, scavati a dividerci, a colpi di portafogli, snack, e delazioni…

    Ma rimango utente di mezzi di trasporto collettivi. Sempre meglio che sigillarsi nella solitudine di   scatole di latta. E, ancora dubbi e domande, guardandosi intorno…

    Privilegiata l’alta velocità…, oggi leggo di qualche “ritocco”, ma provate a muovervi su treni regionali…  e che fine hanno fatto i viaggiatori dei notturni? Che partivi la sera da una città, magari del sud più profondo e arrivarvi la mattina dopo… Milano, Torino, Parigi… C’era chi sui treni dormiva, pendolari del lavoro, pendolari della vita, spesso… 

    Bèh la risposta l’ho trovata salendo sui bus delle grandi autolinee. Attraversano l’Italia, si slanciano verso l’Europa, deviano, anche, per insospettabili vie laterali… L’avreste detto? Comodi, puntuali, e, come spiegare… autobus che non puzzano d’autobus, dove non ti afferra quella mescolanza di fumi di benzina, plastica e polvere che dà la nausea. Uno dei primi viaggi l’ho fatto andando da Roma a Poggibonsi, e poi tornando da Siena a Roma, dove c’è il cambio per chi deve andare ancora più giù… Alla fila per i biglietti, a Siena, due studenti per Palermo, sarebbero arrivati l’indomani… In viaggio, sul sedile a destra c’è una giovane donna, collabora con uno studio professionale di Milano, all’andata dorme sul treno, così risparmia un giorno e il costo dell’albergo… E qua e là orecchiando e cogliendo battute, quello che si capisce è che ora sono queste compagnie a offrire il servizio di treni che non ci sono più.

    Insomma il popolo pendolare delle lunghe tratte non è stato soppresso con i suoi treni, come stupidamente avevo pensato. Si è invece tutto trasferito, dalla rete ferroviaria a quella asfaltata… con pazienza, puntigliosità, grande capacità di sopportazione e adeguamento.

    Resilienza… avevo tempo fa scoperto questa parola, che così bene per tanti versi, dritti e contrari, spiega tante cose.  Indica, in psicologia, la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, e riorganizzare la propria vita … in ingegneria si dice della capacità di un materiale di resistere a sollecitazioni impulsive, resistere e “riacquistare la propria struttura dopo essere stati sottoposti a schiacciamento o a deformazione”. Pensando, a queste comunità viaggianti schiacciate e scacciate da vie che le erano abituali, ma che poi su altre strade sono riapparse. Come l’acqua dei torrenti, che ci illudiamo di imprigionare e sotterrare per far posto a vie d’asfalto, ma che prima o poi rompe gli argini, prima o poi da qualche parte sbuca fuori. E riprende la via…

    E’ proprio vero che l’uomo è, fra le specie animali, quella più capace di adattarsi all’ambiente, modificando strategie. E questo spiega perché, bene o male, è ancora qui, a dominare il mondo. E  pazienza per il mondo… 

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