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    Othello, o della verità…

    locandinaOthello o della verità. Uno spettacolo che nasce dopo un anno di laboratorio che Giancarlo Capozzoli ha tenuto nel carcere romano di Rebibbia con un gruppo di persone recluse , e alcuni studenti di drammaturgia antica dell’Universita’ di Tor Vergata. Nel lavoro, sorprendente, per molti aspetti. E’ stato messo in scena nel teatro di Rebibbia lunedì scorso. Daniela Morandini ha mandato questo suo pensiero,. Ascoltate…

    “Othello o della verita’ “ in scena nel carcere di romano di Rebibbia. Ma quale verità attraverso il teatro (finzione per eccellenza ), sul palcoscenico (partenza per l’immaginario) di un luogo recluso?
    La fisarmonica di “ Besame mucho” introduce subito allo stravolgimento del luogo
    shakesperiano. La Venezia dei Dogi diventa Sud: una parlata partenopea trasporta altrove la tragedia : forse a Secondigliano, forse a Rosarno, forse.
    Il Moro e’ un uomo bianco, e gli basta un turbante appena accennato, per rimarcare il potere, piu’ che rimandare all’Oriente.
    In fila, Brabanzio, Graziano, Lodovico, Cassio, Iago, Rodrigo che, come per giocare a ruba bandiera, con due dita, tengono sollevato un fazzoletto bianco . (…)
    Un fazzoletto che diventa maschera: gioco, scettro, sospetto, tradimento, arma, gesto, saluto.
    Al lato, una Desdemona virginea, ed un’Emilia infida .
    La macchina del fango messa in moto da Iago attacca il potere di Otello.Lo scontro tra i due e’ sottile ma sfiora anche la rissa, nel continuo rimando tra le due facce dello stesso volto.
    Il fazzoletto bianco, prima strumento di gioco, diventa prova del tradimento. E poi ancora, arma omicida.
    La scrittura drammaturgica di Capozzoli taglia come la lama di un coltello. Gli attori raccontano e, contemporaneamente, osservano questa storia , senza dimenticare la loro. Tra il pubblico ci sono anche molte persone recluse: applaudono forte, sottolineano ogni gesto. Pare che chi stia “ dentro” percepisca in altro modo, l’importanza del gesto. Qui nulla è scontato come “fuori”.
    La tragedia si compie: Otello,( potente in delirio? carceriere? narcisista osceno?) uccide Desdemona.
    Il coro leva quei fazzoletti bianchi su uno sfondo rosso sangue.
    Ma con quei pezzi di stoffa si può anche giocare: volano in aria come fuochi d’artificio.
    Si può andare avanti, anche se la verità non è stata trovata, e gli attori tornano “ dentro”, e gli “altri” tornano fuori.

    daniela Morandini

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