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    Letterature resistenti…

    fest (2) (1)Pitigliano, l XVI Festival di Letteratura Resistente. Il gruppo Aiwa insieme agli altri autori di Le strade Bianche. Marcello Baraghini promette loro una nuova edizione di “Aiwa la nostra Africa”, e magari anche le magliette e le cartoline con i disegni.
    Il racconto di Daniela Morandini, che ha curato il librino, e il grazie di Yusuf Saho, che ha disegnato la copertina

    “Questo libro non è mio. Io sono entrata in un centro di accoglienza di Roma, Casale san Nicola, tre anni fa, dopo gli scontri tra polizia e Casapound.
    Ho lasciato la penna da giornalista, e ho preso la penna della maestra.
    Questo libro è di Noradin Ahdi, Ibrahim Ballo, Mebrahtom Behe, Karamo Camara, Abdoulie Conteh, Ali Kamissoko, Yusuf Saho, e di tutti gli altri ragazzi che hanno aiutato a fare questo lavoro.
    Hanno, più o meno , vent’anni.
    Sono nati in Somalia, in Gambia, in Mali, in Eritrea.
    Dicono sempre “ Aiwa” che, nella loro lingua, vuol dire “ Andiamo avanti!”.
    Dal luglio dell’anno scorso, questi studenti sono venuti in classe, puntuali, tutti i giorni.
    Ma proprio a Natale, ho trovato i loro messaggi: si scusavano di non poter venire a scuola, perché dovevano essere “ trasferiti” in altri campi.
    Perché la legge dell’accoglienza non guarda in faccia nessuno, e li ha divisi in centri molto lontani.
    La chiamano “ relocation”, una parola che sembra elegante, ma che vuol dire “ andate via”.
    Si applica in base ai paesi di provenienza, soprattutto se sono zone di guerra dichiarata: Somalia, Siria, Eritrea.
    Si applica in base ai paesi di destinazione nell’Unione Europea.
    Oppure, si applica e basta: con tutte le differenze del caso, come succede nelle carceri, e il meccanismo diventa automaticamente punitivo.
    Eppure non si sono fermati. Hanno continuato ad andare a scuola, e a mandarmi compiti e disegni con il cellulare.
    ( Se lo smartphone spesso è invadente e molesto, per i ragazzi africani e’ uno strumento indispensabile. Serve per dire a casa che, da qualche parte, sono vivi. Serve come dizionario, come piantina della città, come guida, come sussidiario, come orologio. Serve per sapere che giorno è) .
    Da questi disegni – dicevo- è nata una galleria on line.
    E a loro sono arrivati tanti abbracci, da tante parti…da Eugenio Bennato, dal sindaco di Lampedusa – ex sindaco di Lampedusa- Giusi Nicolini. Da Iacopo Fo, dall’Agenzia Onu per i Rifugiati, dalla Comunità di sant’Egidio, dalla Guardia Costiera. Da tanti cittadini che sanno ancora cosa voglia dire – essere cittadini-.
    La galleria on line, dicevo. E così ,ogni giorno, con molta pazienza, mi sono arrivati i disegni, da tutti quei cellulari che ,quasi sempre, perdevano la connessione.
    Un giorno, c’è stato l’incontro magico con Marcello Baraghini .
    “ Facciamo un libro” mi ha detto.
    Ma come si fa? I file hanno una definizione bassa, eè difficile stamparli.
    Con la pazienza di Claudio Scaia, il grafico di Strade bianche, ce l’abbiamo fatta.
    Alberto Gozzi ( Gruppo 63, quel gruppo così rigoroso e anticonformista che ha tanto segnato la cultura contemporanea) ci ha scritto un’introduzione bellissima.
    E così, sono nati prima l’E book, poi il libro di carta.
    Tutti abbiamo lavorato gratis, tutto quello che è entrato, ed entrerà,è per i ragazzi dei disegni, affinché continuino ad andare a scuola. Perché troppe volte quei 3 euro e 50 che ogni giorno spettano loro di diritto, non arrivano.
    Sì, i ragazzi dei disegni, anche se questo non è un libro d’arte, ma solo un inizio. Il libro comincia dove il libro finisce. Non è un caso che il nostro, sia un editore all’incontrario.
    L’avevamo promesso, lo stiamo facendo, e continueremo a farlo: soprattutto che ora, al posto dell’accoglienza, ci sono manganelli e idranti, come successo a Roma, a Milano e persino a Bologna. Ora, che in questo clima di fascismo postmoderno e diffuso, il Governo tratta con le tribù libiche per sbattere in campi di concentramento chi scappa dalle guerre e dal terrorismo.
    Ora, che si svendono essere umani, forse anche per mettere le mani per primi sui capitali per la ricostruzione della Libia.
    Ora, che la propaganda xenofoba e razzista, non tace mai, e scarica su chi fugge dalla disperazione, le responsabilità di anni di malgoverno di questo paese.
    Perché i ragazzi dei disegni, sono stati “trasferiti” ancora, ma non si sono fermati mai.
    Hanno continuato a studiare, a cercare di capire una lingua nuova, una cultura diversa, altre categorie della mente. Alcuni di loro hanno conquistato il diploma di terza media .
    Karamo Camara, (suo è il disegno della tromba e la casa ) suonava nella banda del Gambia, ora suona nella Banda Cecafumo, a Roma. E non è facile per lui :era abituato a leggere spartiti fatti di numeri , non di note.
    Norsadin Ahdi, un cantautore somalo che non aveva mai visto la pace, ora è nella Piccola orchestra di Tor Pignattara. Il Due Giugno ha cantato a Roma, al Concerto per la Repubblica.
    Moustapha Demba, senegalese, calciatore e poeta ( sua è la poesia che chiude il libro:” Ho imparato lo spagnolo per parlare con mia madre/ ho imparato il francese per parlare con i miei amici/ ho imparato
    l’amore per parlare con te”.
    Moustap ha, da quest’anno gioca in promozione, nella squadra di Fiumicino, affiliata alla Roma.
    Ibrahim Ballo, maliano, il filosofo del Gruppo Aiwa, continua a scrivere riflessioni sulla pace, sulla dittatura, sul rispetto dei diritti umani, sulla necessità di andare avanti insieme. Suo è il disegno di quella donna che porta l’Africa sulla testa.
    “Se le donne abbassassero le braccia , cadrebbe il
    cielo”.” dice Ibrahim, citando un proverbio africano.
    Ma tutti hanno dimostrato una determinazione antica, e hanno messo in moto un meccanismo che non si deve fermare.
    Con questo librino sono stati invitati a parlare alla Comunita’ di Sant’Egidio, all’Anpi, alla Galleria Arte Contesa di via Margutta, al telegiornale e alla radio. Persino Repubblica ha dedicato loro una pagina intera.
    Ora i loro disegni sono esposti a Positano, proprio al Bar Internazionale, quel luogo storico , costruito da un emigrato, dopo molti anni di fatica in America.
    In quel bar dove, più tardi, si sarebbero incontrati artisti di tutto il mondo: Nico, Goliarda Sapienza, Tano Festa, Mario Schifano, Marianne Faithfull.
    I ragazzi dei disegni hanno dato questo librino ai maestri che li hanno esaminati, agli avvocati che si battono affinché abbiano la protezione umanitaria; ai carabinieri e ai poliziotti che tante volte li fermano per controllare i documenti.
    E adesso sono qui, nella libreria più bella del mondo.
    E non c’è luogo migliore di questo per dare una notizia importante.
    Modi Konate e Yusuf Saho hanno una casa.
    Modi, che tanto si è impegnato nell’organizzazione di questo librino, è nato in Mali, un paese massacrato dalla guerra civile. E’ qui da tre anni. Ha imparato qui a leggere e a scrivere, e da poco ha preso il diploma di terza media. Adesso vive a Subiaco, in un albergo gestito da un sacerdote, lui che è musulmano e non ha nessun problema a confrontarsi con le altre religioni. Non è un albergo per migranti, ma un albergo con personale africano, per chi va in vacanza. Modi , dopo mesi di prova, la settimana prossima , sarà ufficialmente un lavoratore di questo albergo.
    Sarà il numero due, per il momento…se Dio, vuole, come dice lui. ..
    Ma in ogni caso, Modi sarà sempre un numero uno.
    Yusuf, che ha disegnato la nostra copertina, è nato in Gambia, sotto ad una delle dittature più feroci del mondo. E’ arrivato qui l’anno scorso. In pochi mesi e’ stato spostato in tre centri diversi. Ha continuato a studiare, ha preso la licenza media, ha frequentato un corso di computer.
    Da 4 giorni ha lasciato il centro di “accoglienza” e vive con una famiglia italiana. Grazie e Refugees Welcome, che gli ha dato una mano, e un grazie carico di affetto e di stima a Ludovica e ad Alessandro, che gli hanno aperto le porte di casa.
    Ecco, questo è il gioco di squadra che si è messo in moto con questo librino: per piacere, portatelo con voi, tenetelo in tasca, in borsa, regalatelo, lasciatelo sulle panchine, per la strada. E’ piccolo piccolo, ma tiene strette tante storie che noi non possiamo neanche immaginare. Racconta le conquiste, il pianto, le speranze dei ragazzi dei disegni, che sono arrivati dal mare. La strada è ancora molto lunga e non è facile. Ma ,come dicono i ragazzi dei disegni, aiwa, andiamo avanti insieme”.
    Daniela Morandini

    ” Buona sera a tutti, io sono Yusuf Saho del Gambia. Sono contento di essere qui, grazie. Io sono uno degli autori del nostro libro, che si chiama “Aiwa la nostra Africa”. Abbiamo fatto questo libro per ricordare le nostre terre, i nostri balli, le nostre maschere, le nostre case, i nostri animali. I miei amici che hanno fatto questi disegni vengono da diversi paesi, come il Gambia, Senegal, Mali, Eritrea e Somalia .Ringrazio la maestra Daniela, Marcello Baraghini, Ludovica e Alessandro. Grazie all’Italia che mi ha aiutato. Adesso dobbiamo continuare ad andare a scuola, perché la scuola è importante. Per avere un mondo nuovo, dobbiamo diventare come una squadra, perché tante mani hanno più forza di una mano sola.”
    Yusuf Saho

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