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    Quando soffia il vento….

    quando-soffiadal sito Envi.info, un bell’articolo di Enzo Lavagnini, che è critico cinematografico e molte altre cose ancora… Ci parla del film d’animazione “Quando soffia il vento”. Uno splendido lavoro di Murakami ambientato nel tempo della Guerra Fredda. Quanto mai di attualità… purtroppo…

    La guerra fredda
    Parliamo del film Quando soffia il vento, splendido esempio di delicatissima animazione d’annata di Jimmy T. Murakami, basato su una graphic novel di Raymond Briggs, ossia di uno dei più vibranti ed efficaci atti d’accusa contro la follia dei governi e della guerra nucleare.
    Gli anni 80, che originano direttamente il film, sono stati anni di una guerra nucleare sempre incombente, per errore umano o per bellicosità di una delle dusuperpotenze che si fronteggiavano nella sempre più aspra “guerra fredda”. Il mondo intero ne era attanagliato. Manifestazioni di pacifisti invadevano le strade delle metropoli. Il 7 novembre 1985, Reagan e Gorbaciov a Ginevra, ammisero addirittura la possibilità concreta di una guerra nucleare non intenzionale, ossia l’inizio di ostilità causate da un errore tecnico o umano.
    In questo clima di paura da atomica si situa la poetica ed emblematica storia di Jim ed Hilda, una tenera coppia di anziani inglesi.
    Jim ed Hilda vivono la loro vita semplice e serena nella loro casa di campagna nel remoto Sussex. Una vita fatta di piacevoli ripetizioni di gesti uguali, di scambi di parole conosciute a menadito e soprattutto di un affetto duraturo.
    Un giorno Jim, un brav’uomo ritirato dal lavoro, prende alla biblioteca comunale un opuscolo nel quale il governo spiega ai cittadini come comportarsi in caso di emergenza atomica. Per i più sembra ancora un’ipotesi vaga, ma quando la radio annuncia che l’Unione Sovietica è effettivamente pronta a lanciare un attacco nucleare sulla Gran Bretagna, Jim allora non se ne preoccupa più di tanto, convinto com’è che proprio il governo saprà rimediare a tutto. E siccome lo chiede il governo, nonostante tutte le manifeste perplessità e ritrosie della moglie, Jim decide di seguire le istruzioni, talune davvero ridicole, del manuale (tra l’altro, un volumetto realmente esistente all’epoca, poi prontamente ritirato dalla circolazione).Jim è metodico e disciplinato, un cittadino britannico esemplare: in modo scrupoloso prende tutte le “precauzioni” suggerite dalla pubblicazione, giusto poco prima che esploda il conflitto nucleare.

    Purtroppo il rifugio antiatomico auto-costruito, ottenuto con un discutibile bricolage, mettendo assieme porte ed altri suppellettili della casa, è del tutto inutile, così come lo sono inutili le altre “meticolose” istruzioni dell’opuscolo.

    In breve i due coniugi si ritrovano tagliati fuori dal mondo e senza viveri; non sapendo come comportarsi escono di casa e si ritrovano così esposti senza rendersene conto al fallout nucleare. Rientrati nella loro casa distrutta, nella loro struggente ingenuità, Jim e Hilda verranno lentamente avvelenati dalle radiazioni senza mai smettere di sperare fino alla fine che una qualche squadra di soccorso giunga e li salvi. Hilda: “E meglio star qui buoni buoni e aspettare che arrivino i servizi di emergenza”, Jim: “Certo, certo vedrai che loro ci tratteranno benissimo. Ci cureranno. Non dovremo preoccuparci di niente. Proprio così: lasceremo fare tutto a loro”.

    La distanza che corre tra la gente comune, inerme e fiduciosa, ed i governi è invece enorme ed insanabile.

    Il film è un capolavoro che mescola all’animazione “vecchio stile” alcune sequenze, molto efficaci, di repertorio o di riprese dal vivo ottenendo un melange nuovo, pieno di fascino e capace di suscitare di partecipazione tutt’oggi. La title song di David Bowie, il commento musicale al film di Roger Waters contribuiscono a fare di Quando soffia il vento un film che resta come scolpito nel tempo, per eleganza, misura, per l’importanza del contenuto. Poesia pura.

    Enzo Lavagnini

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