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    La favola del lupo, la favola della giustizia…

    lupo nuoroGatto Randagio è davvero irrecuperabile… ormai perso sulla cattiva strada. Quella dove puoi incontrare chi, come canta de André, “in una notte senza luna truccò le stelle ad un pilota…”. E così, sorvolato il mare, è finito nel bel mezzo di una notte sarda…
    Vi voglio raccontare della “Notte Bianca della Legalità” che a cavallo fra sabato e domenica scorsi ha acceso di luci e di voci il tribunale di Nuoro, con aule affollate più che di giorno, fra seminari e incontri pensati intorno all’idea di legalità, fra bullismo, famiglie, mafie, sport, carcere…Un tribunale illuminato di notte, quasi anticipo di una festa di Natale. Quasi una favola, con tanto di fata madrina dalle idee travolgenti che questa notte s’è inventata… Monica Murru, avvocato, direttrice della Scuola forense…
    E siccome Gatto Randagio nelle favole ci sguazza, pensate la sua gioia nel piombare, appena arrivato, in una sorta di sequel della favola di Cappuccetto Rosso. Perché tutto è iniziato, prima del calar del buio, con la rappresentazione di un processo con imputato quel mascalzone di Lupo Ezechiele. che ha mangiato nonna e nipotina…
    Deliziosa introduzione alla serata, al cui spirito bene s’informa. Vale la pena di seguirne le fasi.
    L’accusa è gravissima: tentato omicidio, circonvenzione di incapace, violazione di domicilio. Fatti tutti commessi nel Bosco delle sette querce alle h. 17.35 del giorno di inizio primavera“…
    Ma è proprio vero che il bene è tutto bene e il male è tutto male?
    Scorrono in aula i testimoni… la nonna sorda e un po’ indigesta, il cacciatore che non gli era parso vero di mettere le mani sul lupo e tagliargli la pancia, il veterinario che a quel lupo magro e maldestro la pancia è riuscito a ricucirla. Un veterinario, teste a difesa, che si occupa di tutti i lupi, anche di quelli affamati…
    Ma nonostante anche Cappuccetto Rosso ammetta di aver sbagliato disubbidendo alla mamma e attardandosi nel bosco, nonostante la dichiarazione spontanea del Lupo che chiede clemenza spiegando che non mangiava da dieci giorni, e che quella strana bimbetta gli aveva messo sotto il naso l’odore della focaccia senza offrigliene neanche un po’…, il PM è durissimo. Chiede il massimo della pena e, siccome sembra che le pene non bastino mai, chiede anche regime a pane e acqua…
    Ma sulla cattiva strada c’è chi… “baciò le bocche dei giurati… Ed i giurati lo seguirono… A bocca aperta lo seguirono …”
    Così la Corte (giurati popolari cinque bambini), quando compare per leggere il dispositivo, dichiara sì il Lupo Ezechiele colpevole del reato 548 del codice Grimm, esser entrato senza permesso in casa altrui, e di aver tentato di mangiare la Nonna e Cappuccetto Rosso. Ma, “considerati il suo pentimento e la sua inestinguibile fame”, la pena inflitta è “portare alla nonna ogni giovedì mattina dei fiori freschi, e regalarle un apparecchio acustico”.
    Ma non finisce qui, anche i cacciatori hanno la loro parte… dovranno portare ogni giorno del cibo al lupo, che “così non sarà più costretto ad andare in giro a mangiare indigeste vecchiette e bambine un po’ disobbedienti”.
    Ce n’è anche per Cappuccetto Rosso, alla quale si ordina di “obbedire alla mamma e non bighellonare nei boschi dando confidenza agli sconosciuti, ma di andare ogni giorno a scuola per imparare che tutti devono rispettare le regole per vivere, per sempre, felici e contenti”.
    Questa la sentenza nell’Isola che non c’è.
    Bella lezione, di giustizia, di civiltà… Andrebbe riproposta, tanto per cominciare, in tutte le scuole, per i più giovani e non solo…
    L’applauso del pubblico di adulti e bambini, che tutto hanno seguito fra scoppi di risa e fiato sospeso, ha fatto quasi crollare il soffitto dell’aula della Camera di Commercio che ospitava lo spettacolo. Mi sono chiesta quanti di loro avranno pensato cosa fare poi da grandi: i giudici, o gli avvocati, o il lupo…
    Deliziosa introduzione alla serata che un po’ tutta la rappresenta se poi in un’aula del tribunale è stato possibile ascoltare un magistrato dire: “legalità… bèh questa parola neanche tanto mi piace, se è applicazione cieca della legge… anche le leggi razziali erano leggi…”
    Sì, siamo proprio su una cattiva strada… dove il Gatto ha sguazzato per ore, e siccome è di parte lo perdonerete se fra le tante persone cita solo quelle che hanno fatto parte del seminario dedicato al carcere, dove si è parlato di quanto il carcere sia illegale, compreso in ciò che legale sembra…. L’avvocato Maria Brucale, lo scrittore Pino Roveredo, il magistrato di sorveglianza Adriana Carta, il presidente della Camera penale di Nuoro Salvatore Murru. Cattivissimi compagni di strada che spera presto di rincontrare…
    Lungo questa disdicevole via continua ad accompagnarci, come un Pifferaio magico, Gerardo Ferrara, l’altra sera insieme alla chitarra di Tonino Macis, con parole e musica di De André. Faber, che la Sardegna non ha mai smesso di amare, neanche dopo i giorni bui del rapimento… E “a chi diceva ‘È stato un male’, a chi diceva ‘È stato un bene ‘… raccomandò ‘Non vi conviene…venir con me dovunque vada’…
    Ma Gatto Randagio è stato ben contento di seguirne il canto… felice di essere definitivamente finito sulla cattiva strada, se qualche giorno fa su quella delle “brave persone” ha incontrato un articolo di quotidiano (Sole 24ore per la cronaca) a proposito della nuova circolare sul 41bis. I dettagli (e le cose fuorvianti) se volete andateveli a leggere… quello che davvero ha trovato sconfortante è il tono, davvero offensivo, di chi nulla sa, e nulla gli importa, di diritti, di senso delle pene… di quanto di illegale ci sia in un sistema al limite della tortura, che trasforma i colpevoli in vittime… Ma che importa alla brava gente? Perché inquietarne il sonno…

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