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    Captivi!

    CELLA GINFR.A proposito di uomini e no.. la riflessione di Paolo Rausa (e lo ringraziamo), che termina con una domanda:   E voi che difendete la vita fin dalle prime manifestazioni nel grembo materno, dovreste essere sensibili, vero Ministri della Giustizia, della Sanità Pubblica e della Famiglia?”

    “Captivi! Prigionieri! Come le Troiane di Euripide, private dei diritti, prede di guerra, sulla spiaggia di Ilio/Troia in fiamme! Non è tempo per i diritti, soprattutto di chi deve pagare il fio della colpa. Sono passati all’incirca 3.200 anni da quel fatto leggendario, eppure cantato dal sommo poeta, Omero. Una poesia anche per chi più umilmente è recluso, l’epica delle prigioni. Le mie, le nostre prigioni! Possiamo pretendere giusto rigore dalle norme per i trattamenti, ma sul piano sanitario non si può disconoscere il diritto alla salute, soprattutto quando il corpo è insidiato da malattie gravi! Non per questo, se usassimo la dovuta comprensione, sarebbe meno giusto lo Stato, che custodisce i corpi fino a che morte non li separi dallo spirito. Pretendere una severa applicazione delle norme non deve impedire il prendersi cura dei corpi e consentire il sollievo dell’affetto familiare per chi versa in cattive condizioni di salute, che se non affrontate in tempo e con la necessaria determinazione conducono a morte certa, come se quei detenuti fossero vittime di guerra da tralasciare sulle sponde di una società alla deriva, che brucia. Solo l’umanità e il diritto ci contraddistinguono dagli altri esseri viventi ma forse non è tempo per tali disquisizioni, i tempi della giustizia sono lenti e arrivano tardi, quando ormai l’assassinio lento è compiuto. Per evitare questi delitti che si sommano ad altri delitti rivendichiamo un trattamento umano, il diritto a vivere. E voi che difendete la vita fin dalle prime manifestazioni nel grembo materno, dovreste essere sensibili, vero Ministri della Giustizia, della Sanità Pubblica e della Famiglia?”Paolo Rausa.

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