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    Storia di Anna Maria…

    Dalla riva del mare… dove Anna Maria, Anna Maria Scollo, che abita a Catania, si affaccia, ogni mattina per respirare…. la storia della vita di chi vive e convive con una malattia che pochi conoscono… ma che non è affatto rara… MCS una patologia non riconosciuta dal nostro sistema sanitario, che si sviluppa in seguito ad una esposizione a sostanze tossiche, che a loro volta producono sensibilizzazione ad altre sostanze chimiche… dalla riva della solitudine e del silenzio, dunque, storia di Anna Maria, che, senza risparmiarsi, racconta…

    “Il primo malessere l’ho avuto che era quasi  Natale, nel 2000.  Lavoravo presso una serigrafia pubblicitaria, stampavo articoli promozionali, a contatto con vernici, solventi, sostanze al cloro, colla spray. C’è molto lavoro con le feste.Sto malissimo,  ho uno svenimento, cado a terra, perdo coscienza.  In ospedale dico di lavorare a contatto con sostanze tossiche, ma mi rispondono che la situazione è compatibile con il lavoro. Ma ogni volta che mi reco al lavoro sto peggio. Perdo anche il bambino che aspettavo… Due giorni prima al lavoro avevo usato una vernice contenente piombo; solo dopo l’aborto ho letto sull’etichetta che “ il prodotto nuoce gravemente alla salute dei bimbi non nati…” La conservo ancora quell’etichetta. Inizia un turbinio di visite, analisi… Se anche un solo medico mi avesse fatto la giusta diagnosi, non sarei peggiorata.

    I  sintomi peggiorano, perdo sangue da mucose, ….. si acutizza l’olfatto, sto sempre peggio quando uso i prodotti al lavoro e non posso più andare a lavorare. Comincio a star male anche con i prodotti di uso comune, saponi ,deodoranti, detersivi, chiedo a mio marito di non usare più il dopobarba …, chiedo a mia figlia di non truccarsi, non posso più uscire di casa,   gli odori mi perseguitano, mi chiedo e chiedo a mio marito se sto per diventare pazza, se quegli odori ormai insopportabili li sento solo io, se mi crede che li sento… Mi salva dal baratro con poche parole:“Certo che ti credo, tu sei sempre la stessa, ti è successo qualcosa”. (…)

    Mi accorgo che anche gli alimenti mi fanno star male, l’intossicazione mi satura.  Devo ricominciare a nutrirmi come un bambino nello svezzamento. Farina di riso,  e va bene….  sto meglio, cerco saponi naturali,  sto mangiando e ho trovato un sapone. le piccole cose  normali per altri, per me sono la felicità…  Finché un giorno, in TV,  sento un racconto che mi ritrae in molti sintomi, si apre una strada, trovo un medico competente, la mia malattia finalmente ha un nome: MCS ( Sensibilità Chimica Multipla), malattia immuno-tossica. Esistono prodotti adatti. Finalmente.

    Non sono guarita, di MCS difficilmente si guarisce, ma faccio di tutto per non peggiorare.  trascorro, per stare meglio, 6 mesi all’anno in riva al mare… “

     

    Ma quanto è durato “il buio”, dopo quanto tempo dai primi sintomi ha potuto avere una diagnosi certa? Un anno e mezzo, rassicura, ma ci ricorda che ci sono persone che vivono anni ed anni senza una risposta. Capita, prima che si capisca, che vengano curati come per malattie nervose… gli psicofarmaci… che non fanno che aggravare la situazione. E cosa diventa mai ilrapporto con gli altri… si perdono gliamici, non ha più una vita sociale. Una delle paure più gtandi, perdere le persone che si hanno accanto. Ma alcuni amici, e tutti i familiari, non hanno abbandonato  Anna Maria che, racconta, a Natale sono tutti intorno a lei, le donne senza truccarsi, tutti senza profumi… che accuratamente si sono “bonificati”,  prima di andare a casa sua, per un Natale che, forse, si riveste, questo sì, del signidìficato più vero e profondo della festa…

    Nonostante le difficoltà,  nonostante le “barriere chimiche” intorno a lei, Anna Maria Scollo adesso si sente persino utile. Con il suo impegno per cercare di diffondere la conoscenza su questa la  malattia.

    Tanti auguri a lei, che in questo momento, lo sappiamo, cammina in riva al mare, a respirare aria pura, ad ascoltare la voce delle onde che, ci assicura, ogni mattina le dicono “benvenuta”, e a gioire del grido dei gabbiani, di un guscio di conchiglia, di un orizzonte, appena appena più lontano, questa mattina raggiunto…

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