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    Chi ce lo fa fare…

    Ma chi ce lo fa fare? Ci siamo dette io e Sandra una sera al termine di una giornata conclusa ai margini di una piazza, accanto al nostro banchetto di libri “sul e dal carcere”, richiudendo le sedie messe lì per l’esigua platea di persone venute ad ascoltare…
    Già. Chi ce lo fa fare? A occuparci, per come possibile, di argomento scivoloso e per i più disturbante: la tutela dei diritti di chi la legge ha punito con il carcere. Che pure qualche reato ha commesso (ma pure capita che non sia così), e qualcuno anche gravissimo. A occuparci di diritti addirittura (!?!) quando si tratta di persone che sono state legate a organizzazioni criminali, e non di poco conto. Che l’accusa che ti tiri addosso è minimo minimo che “difendi la mafia”. Anzi, la Mafia, con una bella M maiuscola…
    La risposta in questo Bianciardino, fresco fresco di stampa… grazie a Strade Bianche di Stampa Alternativa..


    Con la bella prefazione di Stefano Anastasia, garante delle persone private della libertà del lazio, che, facendosi la stessa domanda… dà due risposte: ” La prima, la più banale, dice che a ognuno di noi tocca la nostra parte nella trasmissione di un sapere, di una memoria, di un modo di vedere le cose e se quest’ergastolo dei diritti è servito a motivare altri a proseguire dopo di me, è stata una condanna ben spesa. La seconda, quella più importante, è la compensazione che una sola conquista, per una sola persona, riesce a fare di tutto quel cumulo di frustrazioni di cui è pieno il nostro impegno: perché poi, alla fine, ci sono le persone in carne e ossa, quelle che sono lì, che soffrono con noi e di fronte a noi, a cui non gli si può raccontare del migliore dei mondi possibili senza rispondergli qui e ora ai loro bisogni di giustizia. E quando uno su mille ce la fa, ecco allora chi ce lo ha fatto fare”.

    ps: la copertina è del nipote Leonardo (de Carolis)



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