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    il caso… proprio oggi arriva questa riflessione di Pasquale, che volentieri pubblico…

    “Passeggiando colgo al volo una domanda di un bambino di circa 6 anni al padre che lo tiene per mano: “papà cos’è una lingua biforcuta?”. Non riesco a cogliere la risposta del padre e mi domando quale può essere stata. Riferita alle caratteristiche di certi rettili o di certi uomini?  Può darsi che la domanda del bambino nasca dalla visione di qualche film western nel quale un indiano accusa con disprezzo un bianco yankee di avere la lingua biforcuta. Per gli indiani d’America la lingua biforcuta indicava la doppiezza dei bianchi che ingannavano, promettevano pace e facevano la guerra. Quando l’epiteto era rivolto ad un uomo della tribù stava a significare il tradimento dei valori costitutivi della comunità e del linguaggio comune che non ammetteva equivoci: un albero è un albero, un guerriero un guerriero, un bisonte è un bisonte. Non era contemplato un doppio registro di idee, sentimenti, valori. L’unico altro registro era quello dei sogni che ispirava pensieri ed azioni. Gli indiani d’America sono stati sconfitti, ha vinto la lingua biforcuta della società moderna. Il potere, la democrazia, i rapporti sociali e spesso anche quelli personali si muovono sul doppio registro,  si reggono sulla doppiezza di valori formali ai quali raramente corrispondono valori reali.

    Questa è la civiltà che ha vinto. Forse ci siamo persi qualcosa.”

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