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    Ancora: ma cosa ci fanno dei ragazzi in carcere?


    …e a Francesco De Masi che scrive: “Personalmente ho sempre pensato che in verità il carcere è un male necessario specialmente per quelli come me che Hanno cercato di rubare il futuro ai giovani. Non riesco perciò a immaginare un mondo del tipo attuale senza il carcere. Altra cosa è per i giovani per loro si credo che sia necessario trovare una alternativa almeno per dargli la possibilità di maturare una forma di revisione critica visto che oggi i giovani sono pronti a farlo”.

    Vittorio da Rios risponde:

    “Caro Francesco a noi sfugge o non vogliamo osservare la realtà storica per quello che è. Manca una visione realistica della filosofia della storia. E mi spiego, ma si pensa che i crimini compiuto nel secolo breve le due guerre mondiali e molto altro ancora siano stati metabolizzati? O meglio sia possibili metabolizzarli? Dobbiamo capirci e siamo innanzi a crimini collettivi spaventosi con il coinvolgimento di ogni organo della società! In questo preciso momento in cui si discute con una indecente enfasi di catturare dei ragazzi vittime dei CRIMINI DI SISTEMA per rimetterli in carcere, il nostro paesello poco più di 300 mila chilometri quadrati e una popolazione di 60 milioni di abitanti mal distribuiti sul territorio ha investito nel 2022 una cifra in armi che supera i 30 miliardi di Euro con il programma di arrivare nel 2023-2024 a quasi 40 miliardi di Euro. In questo preciso momento ci sono tecnici e maestranze, sistema bancario ed industriale che lavora per produrre strumenti di morte e devastazione. Il nostro paesello è tra i primi esportatori di armi leggere, e il secondo produttore delle stesse. Le quali è bene saperlo sono responsabili del 90% delle uccisioni che avvengono oggi nel mondo. Quindi fatemi capire e ragioniamo con discernimento, con quale diritto anche giuridico oltre che etico morale si tiene in carcere dei ragazzi? Dov’è lo Stato di diritto? E l’applicazione della Costituzione? Uno dei cardini portanti della Nostra Carta Costituzionale recita più o meno cosi: E’ compito della Repubblica rimuovere tutti quegli ostacoli che impediscono ad ogni cittadino una giusta crescita civile e di partecipare con pari diritto alla stessa. Quindi cosa oggi si intende per reato? Tempo fa posi una domanda a un caro amico docente in una delle più prestigiose Università del paese, di filosofia e sociologia del diritto che prepara e forma i futuri avvocati, giuristi nonché magistrati. Se per ipotesi domani mattina scomparisse il reato come oggi ascritto nei “sacri codici di procedura penale” nei trattati del codice penale con tutti gli aggiornamenti del caso cosa succederebbe? Mi rispose una tragedia inverosimile! Te lo immagini, tribunali vuoti, carceri idem ,avvocati penalisti disoccupati idem i magistrati, e un esercito di dipendenti a vari livelli a dir poco disperati senza più occupazione e relativo stipendio. E allora chiesi la soluzione? Ripensare con urgenza a nuovi reati e continuare ad alimentare il Business rappresentato nella gestione del reato. La stessa domanda su scenari un po diversi la posi a un amico Sacerdote: Se per tragica ipotesi come si sta maturando con il più evoluto pensiero teologico-filosofico da domani il concetto di peccato come costruito da secoli si trasformasse invece in CONOSCENZA cosa succederebbe? Nonostante la cara amicizia grande imbarazzo e ancora attendo una adeguata risposta. In sintesi noi siamo globalmente il prodotto di una cultura che investe risorse enormi sulle conseguenze anziché sulle cause. Riflettiamo. Un caro saluto.
    Vittorio da Rios

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