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    La vita trema

    “La vita trema”. Beh, titolo più “azzeccato” è difficile ci possa essere, per questo “romanzo di lotta” di Daniela Piretti… Che subito ci fa entrare nell’anima pulsante del libro, trasmettendoci quel tremore che è “subbuglio di ragione e sentimento” che attraversa fin dalle prime pagine il racconto. Che è narrazione della vita di Daniela, una vita non qualsiasi di giovane donna che ha attraversato i movimenti degli anni Sessanta e Settanta, da protagonista ben attiva, che a un certo punto ha scelto di entrare in Lotta Continua… E sono d’accordo con Daniele Barbieri che nella prefazione dice che la bella notizia di questo libro è che questo libro è stato scritto. Eh sì, perché se del ’68 tanto si parla e si è parlato, “mancano le storie nella ricostruzione della Storia”. Mancano le voci delle tante Danieline, dei tanti e tante come Daniela che potrebbero comporre il racconto corale che quei tempi meritano. Tempi ricchissimi e affollatissimi.
    Un racconto dove intanto vita pubblica e privata vengono raccontati parallelamente, anzi, come in un unico groviglio, e questo già dà il sapore di quei tempi… quando “il personale è politico”, che forse è anche una scelta ideologica, e la si può più o meno condividere, ma che qui scivola nella narrazione con grande naturalezza. E pensi subito che non potrebbe essere diversamente.
    Inizia a raccontare, Daniela, fin dai giorni della prima adolescenza, lei ragazzina sullo sfondo di quartieri romani. L’adolescenza… età delicatissima e complessa e gioiosa e dolorosa, anche… in cui ognuno cerca il senso, la strada della propria vita… Ognuno, quegli anni così determinanti per la propria esistenza, li ha vissuti a modo proprio, con le proprie scelte, le non scelte, anche a volte… Daniela farà le sue… ma per tutti in queste prime pagine riesce a restituire con grande freschezza una cosa che penso ognuno di noi abbia provato, quella sensazione, quella consapevolezza che tutto è ancora possibile… ed è cosa che provi solo intorno a quell’età, e anche fra le paure, gli ostacoli, i limiti … è sensazione violentissima e bellissima, e struggente… la si afferra in un attimo breve che è lo spazio di un mattino… e mai più nella vita, con quella forza, si ripeterà…
    Ma per molti della sua generazione quella sensazione, spostandosi su un altro piano e dilagando in un orizzonte più ampio… è durata ben più che lo spazio d’un mattino, e quell’idea che tutto è possibile è diventata la convinzione che un altro mondo è possibile
    Per questo altro mondo Daniela si è impegnata in ogni istante del suo tempo scegliendo di entrare nel movimento di Lotta Continua. Che ci racconta anche attraverso le storie e i volti delle tante persone con cui la sua vita si è intrecciata…
    Bellissima la pagina in cui spiega come il titolo della rivista “Prendiamoci la città”, incontrata nella sede romana di LC, e di cui coglie subito il potenziale significato rivoluzionario, la conquista definitivamente.
    Poi è sempre tutto più complesso e complicato, ma… leggete la pagina in cui descrive la città sognata… “la città a colori vivaci, operosa di vita, con spazi gradevoli anche nella periferia più estrema… senza miseria, senza fango, libere dal traffico, popolata di gente padrona del proprio tempo… dove caserme, prigioni e manicomi avessero abbandonato il loro aspetto austero, perché convertiti in teatri, cinema, biblioteche…”. E’ la città che dovremmo volere anche oggi, per cui anche oggi varrebbe la pena di ritornare a rimettersi in gioco…
    E scorre la storia di questo nostro paese. Con le sue ferite
    Ci fu il 12 dicembre, e la vita di quanti ha cambiato… E poi ci fu l’Italicus…Daniela, col suo compagno è su quel treno il giorno dell’attentato che uccise 12 persone. Salvi per miracolo. E quanto torna per tutti a bruciare il ricordo di allora, riflesso nelle schegge di vetro che Daniela si accorge avere conficcate nei piedi insanguinati…
    Tantissimo altro ci sarebbe da citare e ricordare… il racconto è dettagliato e ricchissimo, fra l’impegno, le lotte, i compagni, le fughe, le case, i dubbi, le conquiste…
    Accompagna tutto questo anche la nuova rivoluzione di quegli anni, il femminismo, e l’intreccio pubblico e privato si complica e si lacera e, sappiamo, finirà per lacerare pesantemente anche Lotta Continua…
    Nulla è semplice, ma quello che risalta è la sensazione forte che Daniela sia comunque molto orgogliosa di aver attraversato quel tempo, di tutte le sue scelte, di tutta la sua vita… E, nota personale, leggere il suo libro mi ha fatto pensare quanto anch’io, che di Daniela Piretti sono coetanea ma che pure ho seguito altri percorsi, sono davvero contenta di essere cresciuta in quegli anni, che nonostante tutto a tutti noi hanno regalato un’idea di vita proiettata sul futuro, che comunque spaziava oltre la nostra sfera personale… che ci ha permesso sempre di cogliere un respiro collettivo… ed è ricchezza non da poco, a confronto con l’asfittico, terribile individualismo ahinoi trionfante degli ultimi tempi.
    Nostalgia? Nulla affatto. Pur raccontando il passato, nel narrare di Daniela non c’è un solo attimo di rimpianto, ma tutto è sempre invito a guardate al futuro… un invito a prendere appunti da una fase storica vivissima quanto complessa, e andare avanti… Non per nulla “La vita trema” termina con la nascita di Iacopo, il bambino di Daniela. E… “Sì, pensai non c’erano dubbi, era l’inizio di una nuova estate”.


    La vita trema. Romanzo di lotta
    Strade bianche di StampAlternativa

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