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    Liberi di…?

    Triste cronaca d’estate che muore… Se “i disabili danno fastidio a questa società del finto benessere e, non potendoli sterminare o richiudere in luoghi appositi (per pura viltà, da pseudo-cristiani), viene messa in atto questa farsa dell’integrazione”. Lettera aperta, di Gabriella La Rovere.

    “Sarebbe fin troppo facile parafrasare un noto film di Marco Ferreri Storie di ordinaria follia con Storie di ordinaria quotidianità: purtroppo è la prima cosa che mi viene in mente dopo aver assistito, ancora una volta, all’ennesima infamia ai danni delle persone con disabilità. Questa volta si parla di concerti. La musica, così come tutte le altre espressioni artistiche, viene ad essere apprezzata al di là di ogni limitazione funzionale. E’ in grado di stimolare, ma anche di rilassare, di divertire, di insegnare. E’ possibile che persone con disabilità possano partecipare ai concerti, ma non sempre il posto a loro assegnato è dei migliori. Se si ha la fortuna (e lo sottolineo con ironia!) di essere in carrozzina, si può prendere parte all’evento in un posto più o meno idoneo… basta togliere una sedia! Ma se la persona ha una disabilità mentale, ecco che tutto cambia. Se va bene c’è riservato uno spazio vicino alla regia e di solito sotto le casse acustiche. Non voglio essere pignola ma invito chiunque a sedere per due ore con la musica che sfonda i timpani. Una situazione di questo tipo non consente ad un soggetto autistico di poter ascoltare e godere dell’arte come tutti gli altri. (…)

    E non è che comprare il biglietto risolve la situazione. Un paio di mesi fa, in un cinema di una nota catena, la cassiera alla biglietteria, vedendo chi era con me e cioè mia figlia e la sua amica, entrambi disabili, mi ha dato i posti peggiori della sala, nonostante fosse più o meno deserta. Non ho discusso come era giusto solo per rispetto delle due ragazze, ma veramente la misura è colma!

    Il prossimo 1° settembre ci sarà il concerto di Renzo Arbore a Todi. Come sempre sono andata a comprare i biglietti per me e la mia amica in qualità di accompagnatrici. Grazie a tutta questa ignobile ed assurda caccia al falso disabile (mi chiedo chi ha dato loro la certificazione!) mi è stato comunicato che occorre presentare copia del certificato di invalidità. Per ascoltare la musica? E la privacy? Si vede chiaramente che in questo caso non è importante, visto che si tratta di coloro che sono ai margini della società, la famosa spesa improduttiva di tremontiana memoria.

    A questo punto mi rivolgo a Renzo Arbore, da sempre testimonial e sostenitore di una nota onlus. Sono certa che riuscirà a riservare due posti in prima fila a queste due ragazze, amanti da sempre della musica napoletana in ogni sua forma, dal repertorio classico a quello moderno, passando per il macchiettistico.

    Mi auguro anche che situazioni di questo tipo, così umilianti non solo per mia figlia ma anche per me come genitore, non debbano più capitare

    Gabriella La Rovere

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