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    Lillà…

    Andando, in visita in un ospedale… un mercoledì e poi il giovedì e poi il venerdì… Facendosi strada fra il brulicare di persone che si agitano fra i banchetti e i baracchini, e i bar e le edicole, e i venditori di mazzetti di fiori e quant’altro, del suq che sembra diventato il marciapiede tutto intorno all’ingresso. E anche varcato il cancello e seguendo i viali, dribblando il via vai scomposto di persone, personale medico e non medico, professori e assistenti, medici e infermieri, docenti e studenti, e familiari sparsi senza apparente ( e forse reale) ordine né disciplina… e piccioni, cornacchie, e un gatto stanco addormentato sulla soglia di un padiglione… Quale stupore piombare la domenica nel silenzio di un vuoto assoluto, quando, chissà, avevo immaginato di trovare nugoli di familiari, e bambini e, magari, palloncini colorati… Così, per allietare la tristezza di chi sempre aspetta qualcuno che venga in visita… perché ancora più triste di qualsiasi altro giorno è il giorno di festa in ospedale…  Ma già, che stupida… E’ domenica per tutti. Per gli edicolanti, i baristi, i venditori di cianfrusaglie… è domenica per gli studenti, i medici, gli infermieri… è domenica anche per i parenti… Rimangono i degenti, un pò più tristi del solito, un pò più soli del solito, avvolti da un mesto silenzio che, solo, più in là, rompe qualche cornacchia. Non c’è neanche quel piccolo omino che mercoledì, giovedì, venerdì, aveva tentato di vendermi un mazzetto di fiori del colore dei lillà, che lillà non erano… Peccato, proprio domenica, che avevo deciso di acquistarne almeno uno… Per fortuna, è poi già lunedì, e poi martedì… e rispuntano mazzetti di fiori del colore dei lillà, che lillà ancora non sono…

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