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    Narcisi

    E allora… una fiaba che arriva dalla Sicilia. Storia di riflessi d’acque e di sogni che rubano l’anima… e stordiscono, come il profumo dei fiori di maggio… e ipnotizzano, come la luce bianca e gialla dei narcisi. La storia della più bella delle ragazze del paese, che non dimenticava mai di esserlo. Fiaba delle vanità e dell’amore che uccide. Non vi fidate di Narcisa…

    Sì, Narcisa sapeva di essere la più bella. Sapeva anche che in paese c’era un giovane che l’amava, un bravo pescatore, che aveva una bella casa, una bella barca, ed era incantato da Narcisa. Bella dunque da far girare la testa, come i fiori che hanno il suo nome, che ognianno a maggio esplodono di luce. Profumo di narciso, profumo di fiori, che solo chi ne conosce il segreto sa catturare… Il giovane un giorno chiese a Narcisa di sposarlo, ma lei gli rispose: “Sposerò chi miregalerà una camicia di lino, degli orecchini e un anello d’oro”. Il giovane amava Narcisa, e lui che era un pescatore, prese il fucile e andò sulla montagna… Ma quando tornò dalla montagna con i doni per Narcisa, lei di nuovo lo respinse… e ancora chiese uno scialle di seta, scarpe di raso, gonne di velluto. I giovane amava davvero Narcisa, e per accontentarla divenne brigante. Tornò con tutto quello che Narcisa aveva chiesto, ma lei ancora non era contenta, voleva altri regali, e lui vendette la casa e la barca, e tutto quello che aveva… divenne povero.

    Malattia della vanità, che imprigiona in se stessi.. di un povero Narcisa non sa che fare… Accadde allora… accade ancora adesso…

    Il giovane dunque diventò soldato di ventura, andò in terre lontane dove conobbe un amico al quale nei momenti di tristezza raccontava la storia di quel suo crudele amore… e un giorno morì. Dopo la sua morte l’amico volle andare a vedere chi fosse mai Narcisa. E quando la incontrò fu lei che gli chiese di sposarlo. Ma l’uomo, che sapeva tutto di lei e dei suoi capricci, la respinse… Nessuno nel paese volle più Narcisa, che scappò sulla montagna… e pianse, pianse tanto che a un certopunto si annoiò anche del suo pianto. Si fermò accanto a un ruscello ruscello, dove vide la sua immagine riflessa. Sì, era proprio bella… Non c’era nessuno per cui valesse la pena piangere. Non c’era uomo degno di lei. E rimase ad ammirare i suoi vestiti, i suoi gioielli, il suo bel viso…

    Quale sogno vedeva nell’acqua… quale verità giaceva per lei sul fondo… forse solo la narcosi dell’immagine ripetuta che ripete se stessa, sull’acqua come nello schermo stregato dei nostri tempi… e verità che non bisognerebbe dire…

    Fece buio, e Narcisa non riusciva più a vedere bene la sua immagine. Per vedersi meglio si avvicinò un pò più all’acqua… ancora di più, ancosa di più… vi cadde dentro e morì.

    La storia d Narcisa finisce qui. Nessuno del paese andò a cercare il suo corpo. Ma forse chiesero di lei le divinità dei boschi, quelle che, all’inizio dei tempi, andarono a cercare il corpo di Narciso, e pensiamo che, come allora, trovarono affacciati sullo specchio d’acqua quei fiori dalprofumo intenso, che attira e stordisce…  Dicono che gli animali che ne hanno mangiato il bulbo ne siano morti. Non vi fidate di Narcisa…

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