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    Paura, paure…

    Che dire? Perfetto. Un risultato pressoché perfetto. Eccola qua, la Paura, signora infine delle nostre menti. E’ entrata da conquistatrice le nostre città, ha invaso le strade, come fumo dalle fessure e gli interstizi di porte e finestre è penetrata fin dentro casa, e ci insegue in ogni anfratto. Senza darci tregua. Più che paura ci sarebbe da parlare di vero terrore visto che, dall’elenco delle cose che secondo l’ultimo sondaggio ci spaventano, sembra non salvarsi nulla: paura della criminalità, paura degli altri, paura degli stranieri. L’elenco è lungo: paura della povertà, del domani, di incidenti e delle malattie. Di guerre e terrorismo, dell’ambiente. Paura del mondo. A nulla varrebbe obiettare, sempre che ancora non si sia terrorizzati dalle proprie parole, che qua e là, di questo o di quello forse motivo per aver tanta paura non ce ne è. Neppure mostrando e confutando dati. La paura che conta, quella vera, rassegnamoci, è quella percepita… il resto frottole, favole per bambini… e lasciateci lavorare. Sì, davvero un risultato perfetto. Non è costato neppure molto. Perché le parole non costano nulla. Con un po’ di impegno possono costare ancor meno. Basta lavorare per sottrazione, impoverire il linguaggio fino al punto da imparare ad avere dimestichezza solo con un numero minimo di parole. Quelle due o tre sufficienti per comunicare l’essenziale. Straniero, terrorismo, nemico, ad esempio. Ma forse ne è sufficiente una sola: emergenza. E’ bastato usarla ad alta voce, e poi strombazzarla a destra e a manca, grazie ai megafoni sempre a disposizione di chi stabilisce le necessarie parole d’ordine, ripeterla fino all’ossessione, e il gioco è presto fatto. Emergenza. E’ bastato scandirla a caratteri cubitali per trasformare in una terrificante minaccia indistintamente tutti gli emarginati accampati alle porte delle nostre città. E poi i rom, buoni o cattivi che fossero e, miracolo della parola pronunciata, i loro bambini. Ieri è diventata un manifesto urlato: da, come dire, emergenza semplice, si è passati all’EMERGENZA NAZIONALE!!! Così all’improvviso i migranti del 2000 sono diventati un pericolo tanto grande da far tremare i polsi, peggio di un attacco nucleare ( per carità, di quello che è successo all’impianto nucleare francese, di quel pugno di 100 contaminati non importa nulla a nessuno). Migranti. Di questi ieri le cronache ci hanno consegnato anche i cadaveri di due bambini. Cosa che non ci sottrae all’esercizio di un po’ di compassione. Ma se fossero arrivati vivi…, magari saremmo alle prese con due potenziali criminali in più. Poveri noi! E’ emergenza! EMERGENZA NAZIONALE! Che fa tanta paura. Che acceca. Rende sordi. Agli allarmi, quelli veri. Dell’economia, delle leggi, della morale… Il risultato è pressoché perfetto.

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