Condividendo parola per parola, pubblico il comunicato dell’unione Democratica Arabo Palestinese…
SULLA MOBILITAZIONE PER GAZA DEL CENTROSINISTRA
“Il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra hanno convocato una mobilitazione nazionale per Gaza il 7 giugno. Dopo oltre 20 mesi di genocidio, decine di migliaia di morti e una popolazione affamata dal blocco israeliano, questa iniziativa, oltre che tardiva, è segnata da forti contraddizioni. Chi oggi promuove la piazza ha sostenuto, in modo diretto o indiretto, le politiche di riarmo, l’invio di armi in Ucraina e la complicità europea con Israele. Senza una rottura netta da queste scelte, simili iniziative rischiano di ridursi a mere operazioni di facciata.
Queste forze politiche sono oggi costrette a prendere posizione grazie alla pressione dell’opinione pubblica, al sentimento popolare sempre più ostile al genocidio, ma soprattutto grazie a 20 mesi di mobilitazione coerente e determinata portata avanti dal movimento di solidarietà con la Palestina, da organizzazioni di classe, sindacati di base e associazioni palestinesi in Italia. È questo lavoro costante che ha costruito lo spazio politico e mediatico in cui oggi si trovano a dover intervenire.
COMPLICITA’ DEI GOVERNI PASSATI
Quando Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra erano al governo, non hanno mai adottato misure concrete per interrompere la cooperazione militare con Israele. Durante i governi Conte II (PD-M5S-LeU) e Draghi, le esportazioni di armamenti verso Israele sono proseguite senza interruzione, nonostante la legge 185/90 ne vieti la vendita a Paesi responsabili di gravi violazioni dei diritti umani.
L’Italia ha continuato a fornire tecnologie dual-use, componenti per radar e munizioni a Tel Aviv, senza mai sospendere i rapporti né assumere posizioni diplomatiche rilevanti: nessun richiamo dell’ambasciatore israeliano, nessuna rottura delle relazioni, nessuna condanna ufficiale dei bombardamenti contro ospedali o scuole gestite dall’UNRWA. Proprio sotto i governi Conte si è registrato un notevole aumento di esportazioni di armi verso Israele, ad oggi l’Italia si attesta come terzo fornitore al mondo dopo USA e Germania.
INDUSTRIA BELLICA E RESPONSABILITA’ DIRETTE
Il Partito Democratico mantiene legami strutturali con il complesso militare-industriale italiano, in particolare con Leonardo S.p.A., tra i primi dieci produttori di armi al mondo. Leonardo, controllata per circa il 30% dal Ministero dell’Economia, fornisce tecnologie militari avanzate a Israele – sistemi radar, difesa elettronica, sorveglianza e droni – impiegate direttamente nel genocidio in corso. Durante i suoi governi, il PD ha sistematicamente aumentato la spesa militare e mantenuto un ruolo diretto nella gestione politica della società.
Anche il M5S non è esente da responsabilità: han sostenuto l’invio di armi all’Ucraina, l’adesione alla strategia militare europea (PESCO), il Fondo Europeo per la Difesa e la prosecuzione degli accordi militari bilaterali. La legge 119/2022, approvata anche con i voti del M5S, ha prorogato l’invio di armi senza controllo parlamentare fino al 2023.
PERCHE’ QUESTA PIAZZA NON BASTA
Una mobilitazione per la Palestina può avere senso solo se si accompagna a una rottura politica netta con ogni forma di complicità italiana con il progetto sionista: occorre denunciare senza ambiguità il colonialismo israeliano, riconoscere la legittimità della resistenza palestinese e interrompere concretamente ogni forma di collaborazione economica, diplomatica e militare con Israele. Senza una simile chiarezza, ogni piazza rischia di ridursi a un gesto vuoto, utile solo a ripulire le coscienze di chi ha contribuito allo sterminio in corso.
PER UNA SOLIDARIETA’ REALE CON IL POPOLO PALESTINESE
Ci si augura che la mobilitazione del 7 giugno possa almeno contribuire ad aumentare la pressione sul governo Meloni contro la complicità con Israele e si impegni concretamente per il cessate il fuoco. Ma una solidarietà reale e concreta con il popolo palestinese non può prescindere da una chiara rottura con le politiche guerrafondaie dell’Italia, costruendo – lontano dalla finzione del centrosinistra – la più ampia mobilitazione popolare contro la guerra, contro l’economia di guerra e contro l’imperialismo, che riesca a coinvolgere gli strati popolari che pagano queste scelte con i tagli all’istruzione, alla sanità e al welfare”.
Unione Democratica Arabo-Palestinese (UDAP)