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    Sampietrini, sacchetti di spazzatura e piccole nefandezze…

    Corozzeo 1Sfogo personale. A proposito di Roma, la sua bellezza, la sua sporcizia…
    Non so se amo Roma. Come è difficile amare quelle cose di cui si è stati follemente innamorati, e poi ti accorgi che, pur abitandole, non sono la tua casa… Ma, permettetemi, comincio a trovare davvero insopportabile la profusione di parole, e commenti, e immagini e indignazioni enfatizzate, contro questa Roma ‘tutta buche e spazzatura, corrotta e mal governata’. L’ultimo suo sindaco a questo ancora non ha posto rimedio? Crucifige! Crucifige!
    Béh, comincia persino a essermi simpatico questo sindaco che fino a ieri mi era indifferente. Bersagliato da tante parziali verità, messe insieme a comporre una grande bugia. Corruzione a parte, oggi svelamento di una malattia in realtà sistemica nella quasi totalità del nostro sventurato paese… solo qualche appunto, su piccole cose. Ma “si parva licet”… vi butto là qualche pietruzza, anzi, per cominciare, un sacchetto di spazzatura…
    Un episodio che mi ha raccontato un’amica. Quartiere della Roma-bene, diciamo Prati ‘alta’(…). Signora palesemente ‘bene’, moglie di un professionista. Che getta un pacco di giornali nel cassonetto per rifiuti generici. Un signore le si avvicina e garbatamente le dice: “guardi che la carta la può buttare qui accanto, c’è la raccolta differenziata”. Non l’avesse mai fatto! La signora si volta astiosa e con sgarbo quasi urla: “si faccia gli affari suoi. Io sono libera di fare quello che mi pare!”. Lasciando basito il povero signore che tanto aveva osato.
    Sì, questa Roma sconcia siamo anche tutti noi che l’abitiamo, quelli che vi sono nati e quelli che per un motivo o per l’altro un giorno vi siamo migrati e siamo poi rimasti. Non so se la signora di cui sopra a Roma sia nata o vi sia migrata, ma mi chiedo quanti anni di incultura abbia prodotto e legittimato comportamenti la cui sommatoria contribuisce a produrre quello che abbiamo sotto gli occhi, e che, avendo il vizio di randagiare in lungo e in largo, devo dire non ho mai trovato molto diverso nel tempo. E mi chiedo quanti anni di riacculturamento bisognerebbe programmare per cambiare rotta. Temo molti di più dei tanti comunque necessari per far funzionare un sistema (un piano di fattibilità per la raccolta differenziata, ad esempio, come quello preparato nel 2012) che pur a fatica va avanti, per risolvere quella che da tempo (perché fingiamo di non saperlo?) a Roma si chiama ‘emergenza rifiuti’. Che significa, ad esempio, in un anno, 1,76 milioni di tonnellate di ‘monnezza’ che tutti noi produciamo. Provate a immaginare che montagna…
    Un’enormità, composta di tante piccole cose… Una noterella perplessa. Giusto l’inizio di primavera, che i borbottii iniziavano a montare, un’anziana signora del mio quartiere ( san Giovanni fuori le mura) chiacchierando del più e del meno… “Mah, che cosa strana…- ha detto pensierosa- questa mattina era tutto così pulito… avevano appena svuotato i cassonetti che all’improvviso il marciapiede intorno si è riempito di nuovo di sacchetti… Tutti insieme! Non vorrei dire, ma sembrava fatto apposta”. Mah, le vecchine… sono lì, osservano dalle finestre, annotano, fanno collegamenti, cattivi pensieri…
    E adesso, sempre “si parva licet…”, vi lancio il sampietrino.
    Un breve take d’agenzia: “Le buche di Roma fermano James Bond. L’attore ha urtato la testa contro il tettuccio interno dell’auto a causa delle strade dissestate e deteriorate di Roma. Si era già parlato delle difficoltà di girare le riprese del nuovo 007 a causa dei sampietrini…”. Che ciliegina! per ornare la torta della disapprovazione. Ma disquisendo di ‘buche’ del centro, ad esempio, si dimentica di ricordare l’estenuante e paralizzante dibattito che si apre ogni volta che si propone di sostituire gli storici sampietrini del centro con un manto più adatto al traffico contemporaneo. Ma che importa? Tutto fa brodo…
    Naturalmente tutti sanno ( e molti fingono di non sapere, o non si informano) che il dissesto delle strade romane e il problema dei trasporti è ben altro. Parte da lontano e ben lunghi sono i tempi per un suo accomodamento. Certo, lo sciopero degli autisti dei mezzi pubblici ha reso la vita di questi giorni impossibile, ma, guarda un po’, l’azienda dei trasporti pubblici è uno dei centri del “dissesto” alla cui gestione ( ricordate ad esempio la parentopoli delle assunzioni degli anni passati?) il sindaco tenterebbe di mettere mano.
    Ma, tragedie degli ultimi mesi a parte, è la prima volta che viaggiate in metropolitana a Roma? Ebbene, io l’ho fatto per 15 anni. Tornando a casa la sera sempre stupita e grata al Signore che nella tensione “neppure oggi c’è scappato il morto”… E questo, permettete, è il risultato della politica di trasporti di lungo respiro che Roma in passato non ha avuto.
    Città bellissima e disastrata, dai problemi enormi, e a parlarne ci vorrebbe un trattato… ma (conclusione di un gatto randagio che ha in gran pena i cani al guinzaglio) l’abnorme chiasso di questi giorni sembra rispondere a una parola d’ordine che puzza più che altro del solito piccolo cabotaggio della politica (che accidenti è riuscita a smuovere la stampa d’oltreoceano!), e questa Roma puttana siamo anche tutti noi, più o meno consapevoli lacchè agli ordini del manovratore di turno… mentre qua e là appiccano incendi (in senso metaforico, s’intende) più o meno oscure mafie che non vogliono perdere terreno, aspettando magari qualcuno che ristabilisca gli equilibri intaccati che pure nella corruzione si tengono… Intanto tutto serve ad alimentare il grido che, questo sì, è vero e senti ovunque fra la gente: Crucifige! Crucifige… paradigma della massa manovrata.
    Insomma, l’invito è a rientrare nella decenza dei pensieri, dei gesti e delle parole. Chiedendo piuttosto, e dando tempo e modo di articolarli, programmi lungimiranti. Sapendo bene che non saremo noi, né la prossima generazione, a vedere Roma trasformata in una sommatoria di tante Copenaghen. Anche perché non so quando saremo mai pronti a comportarci come ci si comporta a Copenaghen…

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