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    Un racconto… – 8

    Una risata che sembrava coniata nell’acciaio. Poi: “Stappati bene le orecchie e ascolta!”

    Seguì una voce molto simile a quella di Boh, ma come deformata da alta tensione, quasi robotica; sillabante; agghiacciante: “titolo…in grassetto…UN UO-MO…SDRAIA-TO…SUI-BI-NA-RI…TRA-VOLTO-DA-UN-TRE-NO…ALLE-POR-TE-DELL-A…CIT-TA’…

    Un-uo-mo…forse di origi-ne…nord-afri-ca-na, dall’apparente età di 22220-25 anni, non-anco-ra-i-dentificato,è stato-tra-volto-da…un..tre-no…oggi-all’alba-mentre-poco-fuori-della…sta-zione-si-tro-vava… sdraiatoinmezzoallerotaie…”. “Scadisci bene, idiota!” la brusca interruzione di Oscar. Sentii Boh gemere, tossire, poi riprendere. “Sarà-l’autopsia-a-sta-bi-li-re-se-l’uomo-sia-sta-to…ucciso-dall’impatto…o.se.fosse.già.M-O-R-T-O”.

    Ho avvertito, netto, un singhiozzo, e dietro il singhiozzo un mugolio. Ho visualizzato Jimmy imbavagliato e legato alle spalle di Boh, mentre mi stavo realizzando che l’assassino si era allontanato, lasciandomi solo con Geraldine che non faceva che piangere, inutilmente, come sanno inutilmente piangere solo le donne.

    Dalla cornetta del telefono è arrivato ancora l’eco di un pugno e un altro urlo strozzato e la voce di Oscar che intimava di continuare a leggere.

    Quindi, la voce di Boh, rassegnata.

    “Il-macchi-nista-del-tre-no-ha-detto-ai-ca-ra-bi-nie-ridi…” un altro colpo. “…aver visto-qualcosa sui binari-e-di-avere- tentato-inutilmente-di-frenare. L’uomo-era-sprovvisto-di-documenti.”

    Una pausa, poi la ripresa: “Non si esclude si possa trattaredi un-nor-afri-ca-no-per-ché-di-carnagione scura”.

    Ho sentito Boh distintamente piangere, ma fra le lacrime non poteva far altro che continuare e concludere senza più incertezze: “La linea ferroviaria è rimasta interrotta per circa due ore. Nel frattempo per i passeggeri sono stati organizzati servizi istitutivi con autobus. Tutto qui”.

    “Tutto qui!” si è accavallata la voce insolente di Oscar.

    Tutto qui??? Ho provato a obiettare.

    “Tu-tto-qui-naturalmente. Tutto-qui. E per i passeggeri sono stati organizzati servizi sosti-tu-ti-vi!”,  Boh , sfinito da quel tormento.

    “Tutto qui!” la voce di Oscar seguita da un click che sembrava definitivo. Ma, appena posata la cornetta, l’apparecchio telefonico è sobbalzato a un nuovo squillo. Diomio ancora Oscar. Ancora la sua risata infernale.

    “ahahahah….allora, quanti punti e virgola hai sentito? ahahah. Caro mio, il segno di interpunzione della realtà è, come ti ho sempre detto, il punto. Qualche virgola di tanto in tanto. Tu, e la tua ridicola teoria del punto e virgola, maledizione. Spero ora vorrai metterci un punto, una volta per tutte!!!”

    Sentivo in sottofondo un pianto sommesso. Vedevo Jimmy e Boh, prigionieri di Oscar che, ne ero certo, non li avrebbe risparmiati. Li avrebbe ricacciati nel taglio basso delle pagine interne dalle quali erano usciti, e non vi sarebbe stata traccia alcuna dei loro dubbi e delle loro obiezioni. Ammutoliti per sempre. E io non avrei potuto che continuare a selezionare e scrivere solo per me, fatti e vicende dentro la mia vuota scatola di cartone. Potendo contare, magra consolazione, solo sulle ultime poche riserve di latte e caffè.

    “Allora- ancora Oscar- sei pronto a seguire in diretta il processo di ridimensionamento dei tuoi… tuoi… dei tuoi amici? Li fonderò nel piombo dei caratteri della mia collezione. E con il sangue del loro piombo ricomporrò una volta per tutte le vicende che tu hai tentato di deformare. Povero illuso, povero sciocco!”

    E’ seguita una risata. Che si è trasformata in urlo. Un tonfo, poi  silenzio.

    “Pronto, pronto?!”

    Geraldine mi aveva preso la mano, tentava di calmarmi.

    Dalla cornetta del telefono arrivava un confuso tramestio di passi, rumore di metalli sul pavimento, un borbottio sommesso. Prontooooo!!?

    “Tutto a posto, tra poco ci vedrai arrivare”, era la voce, che avvertivo grondante di sangue, dell’Assassino. ( 8 continua)

     

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