Avrebbe voluto esserci, avrebbe dovuto esserci, all’incontro su “Carcere e democrazia”, ieri 2 ottobre, a Roma, nella luce soffusa di un luogo del Senato. Ma Carmelo Musumeci, ergastolano ostativo ora nel carcere di Padova, non c’era, e più di una volta è stato citato. E’ arrivata invece una sua lettera. Lettere dal carcere… Ascoltate..
“Avrei voluto esserci, ma la Magistratura di Sorveglianza mi ha detto ancora di no. Ci sarò però lo stesso se mi date un po’ della vostra voce e luce per far sapere che molti uomini ombra (gli ergastolani ostativi come li chiamo io) non sono più le persone di venti anni fa. E la Società non potrà mai sapere chi siamo oggi se continua a tenerci murati vivi per il resto dei nostri giorni, senza un fine pena e senza nessuna speranza. Credo che voi oggi stiate facendo la storia dell’abolizione della “Pena di Morte Viva” (come chiamo io l’ergastolo ostativo in Italia). E probabilmente la maggioranza politica e quella del Paese è contraria all’abolizione dell’ergastolo, ma la storia è piena di maggioranze che sbagliano. Essere in molti non significa di per sé che si abbia ragione. Per questo il mio cuore vi dice grazie di avere il coraggio oggi di parlare di abolizione dell’ergastolo. Non c’è quasi nessuno che dà speranza agli uomini ombra, il mio cuore vi dice grazie di provarci voi. E adesso non mi resta che lanciarvi un sorriso fra le sbarre, a tutti a tutti voi, e in particolare ad Agnese Moro, che con il suo libro su suo padre mi ha fatto sentire più colpevole di tutti i reati che ho commesso e anche per quelli che non ho fatto, a Giuseppe Ferraro perché è riuscito a voler bene a un cattivo e colpevole per sempre e a Francesco Ferrante per avere avuto il cuore e il coraggio d’invitarmi in questo Convegno.
Buona vita a tutti. E che l’amore sia sempre con voi.
Carmelo, Carcere di Padova, ottobre 2012