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    Utopie

    Un pensiero, al ritorno dall’incontro alla Feltrinelli di via del Babuino (a Roma), per parlare dei 43 anni di Stampalternativa, e dei suoi prossimi 43…, dal punto di vista di lettore molto affezionato al ricordo della nascita delle Millelire che ha spezzato la logica del prezzo di mercato. Cosa non trascurabile allora che di soldi non ce n’erano poi molti… Un titolo per tutti, La Lettera sulla Felicità… l’idea rivoluzionaria dell’esplosivo Marcello Baraghini, che di rivoluzionario aveva anche il fatto di non aver rinunciato alla qualità, sia della grafica che dei contenuti. A cominciare dal titolo, di cui è sempre stato maestro… Un titolo, sono convinta, deve saper toccare qualcosa nel fondo della nostra anima… E con Lettera sulla felicità, quella felicita che nessuno di noi,  consapevole o no, rinuncia nel fondo più fondo dell’anima ad inseguire, ecco che Marcello ce la fa arrivare in volo… missiva da un  tempo lontano…

    E devo dire che in tempi non sospetti, cioè prima di conoscere Baraghini in carne ed ossa, ne ho comprate cento copie, di quella lettera e di quella felicità, per farne bomboniere per il mio matrimonio, il secondo, come dire che la felicità non si finisce mai d’aspettarla … Anche se confesso che per quell’occasione avrei preferito l’Alcesti, che nelle edizioni Millelire diventa Il dono si sé, ancora più bel affondo nell’anima, ma esaurito, ahimé…

    E’ nel solco scavato dalle Millelire, procedendo direi in direzione ostinata e contraria, che oggi Marcello propone di non abbandonare il libro di carta, ma di dare il primato al libro elettronico e, udite udite, di allargare l’esperienza del libro senza copyright… Insomma ci risiamo. In un momento in cui l’associazione Italiana Editori chiede sostegno per far abbassare l’iva sugli e-Book e un credito d’imposta sull’innovazione digitale, rimane prioritario l’impegno a favore del lettore: diffondere cultura al minor prezzo possibile fino, pensate un po’, ad azzerarlo… Utopia? Non credo. O forse sì, e ben venga se credo che senza avere nel proprio orizzonte un’utopia ben poco si va avanti. Questa avrebbe valore esponenziale, che va ben oltre il piano di un editore… significherebbe aprire crepe nel meccanismo di questa benedetta società-mercato, che ci fa tutti prigionieri di una qualche proprietà… significherebbe costruzione di una cultura diversa delle cose, e per cultura intendo un modo più ampio e libero dell’essere e del vivere, che io sono convinta prima o poi, sia pure per implosione del mondo che abbiamo costruito, dovrà venire fuori… Un pensiero che Marcello sta rimuginando da tempo, se qualche anno fa aveva pubblicato un testo dal titolo: La fine del Copy right… Leggo nella presentazione al volume: “Le espressioni culturali sono elementi essenziali alla formazione della nostra identità personale e sociale, aspetti assai delicati della vita il cui controllo non dovrebbe essere lasciato nelle mani di un esiguo gruppo di individui che ne detengono i diritti. Tale controllo è esattamente ciò che oggi viene esercitato, tramite il possesso di milioni di diritti d’autore, sul contenuto dei nostri scambi culturali”. Liberare i nostri scambi culturali. Insomma Bargaghini si ripropone come un liberatore da prigioni, forse anche per questo ha tanta attenzione anche al mondo carcerario… Naturalmente, si insiste, questo è possibile ( questa operazione di rottura e costruzione del nuovo), se il cuore dell’operazione rimane la qualità… In direzione ostinata e contraria… prediligendo pagine  in cui scorre sangue, come ama dire Marcello. E io penso sempre alla frase famosa di Kafka: “Un  libro deve essere un colpo d’ascia sul lago ghiacciato della mia anima”…insomma, caro Marcello, stiamo aspettando i colpi d’ascia che hai in serbo per noi….

     

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