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    “Altissima povertà”. L’uso e non la proprietà. La dottrina sociale di San Francesco.

    “L’idea di Francesco che in realtà l’elemosina è l’eredità che i poveri devono avere dal momento che Cristo si è incarnato. Quindi parla di giustizia. Questo in realtà si rifà alla mentalità del tempo, che pensava che la ricchezza non dovesse crescere a dismisura, come invece pensiamo noi, e che Dio avesse dato, una volta per tutte, i beni ad Adamo e che col peccato fosse successo un grande sconquasso con alcuni che diventano ricchi appropriandosi dei beni di tutti. Quindi, pensava che se uno dà qualcosa a un povero, non fa che restituire in parte quello che è dovuto”…
    Pensando, con l’anno nuovo, di far pulizia, cominciando con lo sgombrare la stanza di pile di vecchie riviste accumulate… ma come non tentare una selezione, ché a buttar via tutta quella bella carta stampata si fa fatica (e forse anche questa è una malattia). Così, distrattamente sfogliando, arrivata al numero di giugno/luglio del 2012 della rivista Una Città, sono stata catturata dalle parole sempre affascinanti di Chiara Frugoni, illustre medievista, che parla di san Francesco.
    E cosa più appropriata non poteva capitare, dopo aver ascoltato dell’ennesima statistica che parla dei tanti nuovi poveri che la pandemia ha portato, alzando il velo, piuttosto rattoppato in verità, su quello che fino a ieri non abbiamo voluto vedere, le perversioni del feroce sistema finanziario che è del nostro mondo…
    Il pensiero e le azioni di Francesco, uno scandalo di cui oggi ci sarebbe forse bisogno…
    Francesco, che, racconta Chiara Frugoni, è fra le poche persone incontrate nel suo viaggio nel Medioevo che si siano fatte carico dei problemi del proprio tempo cercando di avere idee nuove, profondamente convinto che l’elemosina non fosse altro che parziale restituzione dovuta ai poveri. Principio fortissimo, questo, che Francesco aveva pur messo nella sua regola, il testo normativo per i suoi frati. Ma era principio talmente forte e rivoluzionario, che la Chiesa questa regola non l’avrebbe mai approvata…
    Roba da pazzi, roba che avrebbe rivoltato il mondo! Un sogno, quello di Francesco, da cui difendersi, avrà pensato allora la Chiesa. E pensate quante idee “pazze” ha dovuto nei secoli tenere a bada. Le più pericolose, proprio quelle nate nel suo stesso seno.
    Le più pericolose per la Chiesa, ma per noi forse le più preziose… E sarebbe tutta da leggere e rileggere la storia di Francesco, che molto avrebbe da insegnarci se si volesse provare a invertire la rotta della storia del mondo. Perché, nella sostanza, quello che Francesco sente, Chiara Frugoni lo spiega bene, è vera e propria responsabilità sociale. Altro che “sopporta perché acquisterai meriti in paradiso”! “Questo discorso Francesco, non lo farà mai”.
    Francesco che nella povertà cerca la ricchezza della libertà, che non vuole il possesso perché “se avessimo una casa dovremmo subito avere una spada per difenderla”…
    Che non è quello che di terribile ci sta succedendo? La difesa della proprietà che arriva a legittimare finanche l’omicidio, mentre avere una casa sembra essere l’unica cosa che ci fa sentire al sicuro dalle turbolenze della vita e dei mercati (cosa pur smentita dalle tristi cronache della crisi di questi tempi). Eppure, se si pensasse, per fare un esempio, ad una politica abitativa decente (edilizia popolare, affitti calmierati, mobilità del mercato immobiliare… ), se fosse più semplice abitarla una casa, e cambiarla e spostarsi inseguendo idee e desideri, riuscite a immaginare che popolo più “libero” e mobile, fisicamente e mentalmente, saremmo… A volte penso che il nostro essere vecchi, noi italiani, vecchi e irrigiditi (e non è questione solo anagrafica) molto dipenda dall’essere all’80 percento proprietari di case, e con queste ferocemente radicati in un mondo piuttosto statico che il dinamismo lo chiede solo a chi deve affannarsi per miseramente sopravvivere… Pensate invece quanta libertà, libertà vera, e quanta vivacità, se si iniziasse a scardinare il concetto di proprietà (di case e di cose) come unica cosa che nelle nostre società fa l’uomo “riconoscibile”.
    Tornando alla figura di Francesco, al suo “folle” pensiero… in una pila di libri che mi proponevo di riordinare, accanto alle riviste che pensavo di buttar via, rispunta un libretto, questo di più recente lettura. “Altissima povertà” di Giorgio Agamben. Come dire, sorella chiama sorella. Anche lui, il filosofo, lì a spiegare che qualcosa hanno ancora da dire a noi “moderni” i frati francescani, con la loro etica che rifiuta il valore del possesso e parla invece di uso, se la legge naturale “prescrive agli uomini di avere l’uso delle cose necessarie alla loro conservazione, ma non li obbliga in alcun modo alla proprietà”, “se solo l’uso è necessario alla vita degli uomini e, come tale, irrinunciabile”. L’uso delle cose necessarie alla vita di cui noi troppi abbiamo espropriato.
    Ne parla, fra l’altro, Agamben, percorrendo e analizzando il francescanesimo e il pensiero che l’ha accompagnato, come di una proposta che non siamo stati capaci di cogliere. E oggi vediamo i risultati di questo “respingimento”. Negando a tanti di fatto la vita.
    Mentre… “Lo specifico carattere escatologico del messaggio francescano non si esprime in una nuova dottrina, ma in una forma di vita attraverso cui la stessa vita di Cristo si fa nuovamente presente nel mondo per portare a compimento non tanto il significato storico delle persone nell’economia della salvezza, quanto la loro vita come tale”.
    “La forma di vita francescana, l’altissima povertà, col suo uso delle cose, è la forma di vita che comincia quando tutte le forme di vita dell’occidente sono giunte alla loro consumazione storica”.
    Insomma, tutto da rileggere…
    Avete naturalmente capito che le mie buone intenzioni, quelle di spolverar libri e liberarmi di vecchie riviste è miseramente fallito. Chissà quante altre cose preziose possono riemergere. Per intanto vi propongo, per questo mese, di ritornare a riflettere sul pensiero francescano. Potrebbe essere, per tutti, un buon inizio…

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