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    Deserti…

    Leggendo, di una mostra a Parigi. “Topografie di guerra”. Architetture del conflitto. Come garritte. Come cicatrici. Come deserti. Cartografie, che indagano quel che resta. E prima che il desiderio di andare a vedere anneghi nell’impossibilità, al momento, del viaggio, il pensiero ritorna alle tracce delle offese delle guerre. Tracce che per sempre urlano nei vuoti delle case distrutte, dai tetti senza tetto delle chiese, dalle strade senza più strade delle città… E le mura morte… e le cose che non ci sono più… Ed è inutile tapparsi le orecchie… E’ tutto ancora lì. A contorcersi nel fuoco e nel fumo… Perché anche le mura, fatte del sangue e della carne… E sono sangue e carne e anima di chi le ha costruite. Le mille città, devastati scenari delle ultime cento guerre. Le città… Dio ha fatto il primo giardino, Caino la prima città ( chi l’ha detto?). E ancora le pugnala e si pugnala, se distruggendole è l’uomo che distrugge, mortifica, schiaffeggia, uccide… Le cose… bisognerebbe avere più rispetto delle cose e dell’anima che vi è dentro. Pensieri così… di un venerdì che muore… risvegliati da un titolo. E un consiglio: andare a rileggere i testi delle lezioni tenute nel 1997 a Zurigo da W.G.Sebald, sulle bombe che piovvero sulle città tedesche nella seconda guerra mondiale. 1943 e dintorni. Sono parte di un volume: Storia naturale della distruzione, edito da Adelphi.

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