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    Finepenamai

    Una breve pausa, di qualche settimana… nell’attesa, una piccola anticipazione del libro che uscirà a fine agosto. Dall’introduzione che inizia con una citazione del Tao-te-king, che avevo tenuto da parte dopo averla incontrata in uno dei folgoranti commenti di Guido Ceronetti all’Ecclesiaste. Dunque:

    “Il mondo considera bene il bene. Questo è il suo male (Tao-te-king).

    “Cosa mi aspetto da questo libro? Innanzitutto di far conoscere la Pena di Morte Viva in Italia. Una morte lenta ma più criminale di qualsiasi altra morte. Poi per far sapere al mondo dei vivi che l’uomo ombra è un fantasma in una cella, che spesso i cattivi sanno riconoscere il bene più dei buoni, che conoscono e puntano il dito solo sul male degli altri, e mai su se stessi. E poi che ci sono tanti buoni fra i cattivi, come tanti cattivi fra i buoni”. Quando ho chiesto a Carmelo Musumeci cosa si aspettava da questo libro, questa è stata la sua risposta. E insieme a lui queste pagine sono state scritte da altre trentacinque persone detenute nelle carceri italiane. “Detenuti speciali”, molti passati attraverso il regime del 41bis, che è sospensione delle normali regole di trattamento penitenziario, tutti condannati all’ergastolo, pena che si è tradotta in “ergastolo ostativo”, prodotto dell’inasprimento delle pene con le quali lo Stato ha risposto ai reati di mafia all’inizio degli anni ’90, un meccanismo per cui la condanna diventa un “fine pena mai”. Che significa? “Chiedetelo a noi. Lasciate che siamo noi a spiegarvelo”, hanno detto. Le domande sono arrivate. Da cittadini, che sono insegnanti, medici,  volontari, giornalisti, suore. Le risposte hanno composto questo “libro collettivo”…

    Buon agosto a tutti…

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