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    Il sogno di zio Ciano…

    E’ che l’estate era iniziata con l’idea di tener fede a un impegno preso con me stessa. Leggere Horcynus Orca. Sì, il voluminosissimo racconto epopea di D’Arrigo. Che avevo iniziato ad affrontare poco meno che una quarantina d’anni fa, e subito ne ero rimasta affascinata. Ma poi… mi ero fermata a pagina cento, circa…
    Lo riapro dunque… ma… trovo difficoltà linguistiche che allora non avevo avuto, fresca com’ero di alcuni mesi vissuti in Sicilia, e la testa ancora avvolta dalle sue sonorità. E mentre mi arrovello, delusa di me… lo sguardo mi scivola su un libricino. “Il sogno di zio Ciano”, di Alessio Di Modica. Alessio e Ivano… ricordate? Area Teatro. La compagnia siciliana, di Augusta per la precisione, che con la voce di Alessio cunta… racconta con la tecnica narrativa del cuntu siciliano, contaminato con altri generi e linguaggi… racconta e ricorda e denuncia… convinti come si è che “il passato non è un peso da portarsi dietro ma desiderio di futuro”.
    Il “Sogno di zio Ciano” è il testo di uno dei tanti spettacoli che Alessio e Ivano di Modica hanno realizzato per testimoniare la loro terra. E’, questo, racconto vivo e struggente della vita della comunità di pescatori che ora non è più, come tutta la marineria di Augusta “travolta e definitivamente stravolta dall’avvento degli impianti petrolchimici”, come spiega in una bella introduzione Antonino Cusumano. Aggiungendo che “a naufragare, in verità è la storia locale di un’antica civiltà, la cultura popolare di un’epoca”.
    E la sento, la voce di Alessio di Modica (il cuntista, che ho avuto il piacere di ascoltare in altre narrazioni), regalarci i racconti della pesca com’era fatta un tempo, descrivere la vita del golfo dove l’odore del mare si mischia con quello degli aranci e dei limoni, e il colore del mare è anche colore degli ulivi secolari, e i gesti sul mare sono gesti attenti di chi non conosce estate inverno e primavera, ma “per lui c’è a stagioni dei saraghi, dei lampuchi, dei merluzzi e dei tunnacchi”… Ed è la vita dura di zio Stachio, zio Mico, zu Ture ‘u mutu, di Iano che sa, partendo per la pesca, che per tre mesi non vedrà la sua zita Carmela… e voga voga… Ed è il sogno di Ciano che, come quello di tutta la comunità, si infrange sui pontili “che s’erano mangiati cento metri di mare”, e sul marina di cemento “che se n’era mangiati altri 50”… sul colpo di risacca della petroliera Washington che fa andare a fondo la barca dove sono zio Stachio e zio Mico… e si spegne sul funerale intorno a una bara vuota, ché il mare zio Stachio ha inghiottito…
    Il sogno di zio Ciano”… Alessio lo dedica “agli anziani pescatori della mia città che per strada, sui moli, alla villa, nelle loro case silenziose, su una panchina di fronte a un tramonto o al bar o alla confraternita di S. Andrea mi hanno regalato un po’ del loro tempo, un po’ di se stessi, un canto, una lacrima, una storia, la necessità del ricordare la loro storie a la paura di essere dimenticati come onde che si perdono a mare aperto…”
    E grazie ad Area Teatro, al prezioso lavoro di Alessio e Ivano, perché se le persone e i pescatori che hanno a suo tempo incontrato ora sono tutti morti … “ripescarne la memoria storica è stato salvare un piccolo mondo”.
    Invito, quando possibile, ad andare ad ascoltare e, intanto, a leggere il testo dello spettacolo come messo nero su bianco (“Il sogno di zio Ciano”, di Alessio di Modica, Libridine). In una nota Alessio si scusa se il siciliano, le parole, i verbi, le elisioni (che si riferiscono alla parlata d’Augusta e più in generale alla varietà dialettale del siracusano)… non sono sempre corrette nella forma di scrittura, ma si è cercato di mantenere la lingua del testo “quanto più orale possibile, visto che questo racconto nasce da e per vocazione orale”.
    E credo abbia ragione lui… anche qui il suo cunto diventa linguaggio vivissimo dell’oggi… e leggendo leggendo…ho sentito il bisogno di pronunciare parole, ritrovando sonorità che già tanti anni fa mi avevano affascinata… e ancora ritornano…
    E forse, chissà, sono pronta per Horcynus Orca…



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