Una pagina scritta col sangue. Con le immagini di un corpo marchiato con sangue e lividi come di carne morta che affiora sulla pelle… Ci vuole stomaco, sì, molto, ma l’invito è andarle a guardare, le foto di Federico Perna, morto tre giorni fa a Poggioreale, a 34 anni. La madre ne ha autorizzato la pubblicazione. Morto per “tortura di stato”, accusa. E non a torto, viene da pensare, se il suo Federico da tempo stava male. Storia di ordinaria tossicodipendenza, viene da pensare, se per chi si avvia su quel percorso è così facile entrare nel circuito impazzito delle nostre legali nefandezze: mesi e anni di carcere sballottato da un istituto all’altro, per cumulo di vari, piccoli reati, non era un santo, piccola criminalità, si dice… Tossicodipendente, ammalato, epatite C che diventa cirrosi epatica, molto debilitato… comunque in carcere. Da dove non può uscire, si legge da qualche parte, per “pericolosità sociale commessa allo stato psicologico”, anche in considerazione del fatto che “aveva rifiutato il ricovero”. Ma poi si legge anche di medici, di due delle carceri dalle quali era passato, che ne avevano chiesto il ricovero in un centro clinico… e poi le lettere alla madre “mi menano le guardie”… e poi gli ultimi giorni a sputare sangue… insomma i dettagli sono tutti su internet, basta digitare il suo nome. Ma soprattutto sfogliate quelle foto, ingranditele, guardatele, perché le parole davanti a quelle immagini sono nulla. (…)
Ancora, per la cronaca, a Trento alcune settimane fa è morto un ragazzo di 28 anni. Arresto cardiaco. Era entrato a fine luglio per scontare una pena di 4 mesi, il reato “resistenza a pubblico ufficiale”. Aveva problemi di tossicodipendenza. Non aveva altri problemi di salute, dice la madre ( quante voci di madri, che queste storie urlano…) che ha chiesto l’autopsia, richiesta che il magistrato respinge. Nessuna negligenza, conclude una delegazione del PD (?!) andata in visita.
Ascoltando queste voci di madri, guardando quelle foto… Quanta angustia, per il tanto blaterare dei giorni scorsi, a proposito di un ministro che “ha sbagliato”, che si è occupato di qualcuno, suo amico, che per motivi di salute forse in carcere non doveva stare. Invece di partire proprio da lì, per smetterla di voltarsi dall’altra parte e guardare in faccia l’oscenità delle nostre carceri, e iniziare a contarli, tutti quelli che forse sarebbe meglio portarli da qualche altra parte, magari a curarli… e sfidare a portarli tutti fuori dal carcere, quelli che per motivi di salute forse non dovrebbero starci… Macché… appagati dal fuoco di fila degli insulti e delle ipocrisie, si volta in fretta pagina. Perché la vita di qualche tossicodipendente non vale lo straccio di una parola… magari toccherebbe darsi da fare per cambiare qualche cattiva legge… Per cortesia, digitate su internet Federico Perna, sfogliate quelle immagini… vi sporcherete le dita di sangue… ma bisogna avere il coraggio di guardarlo in faccia il parto della nostra indifferenza…