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    Incantesimo napoletano ( o casertano)

    fiorai...Ci crediate o no, questa è la storia di un incantesimo…
    Dovete sapere che c’è un angolo nella mia casa che è una sorta di piccola aiuola. Che, come tutte le cose che hanno vita, nel tempo si trasforma seguendo cicli: esplode di fiori, regala nuovi rami e gemme e piantine da moltiplicare, si infoltisce di foglie, le vede cadere in aliti di silenzi… al ritmo delle stagioni… Stagioni dell’anima anche… se una volta (e il motivo è segreto fra noi) tutto è all’improvviso appassito. E chissà a quale stagione dell’anima quel che è successo in questi giorni risponde… Vi racconto.
    Accanto alle mie belle piante, qualche tempo fa sono arrivate due orchidee. Una l’avevo raccattata, morente, da casa di un’amica che, per sua avvilita ammissione, proprio non sapeva che farne… L’altra lasciata in custodia a me da mia madre al termine dell’ultima sua festa di compleanno, carica di splendidi fiori bianchi, che dopo un po’ ha perso. Hanno trovato posto, le due piante, sul ripiano della credenza e lì sono rimaste, in silenzio, un po’ meste, senza mai l’accenno di una gemma… e il desiderio di vederle in fiore è per me davvero grande…
    “Ma tu, sai come far fiorire le orchidee?” ho fatto una telefonata a mio fratello, Pino, che di orchidee ne ha una proprio molto bella e lui, che qualche risposta cerca sempre di darla, e nella maniera migliore possibile, si è anche consultato con un fioraio. Non uno qualsiasi. Rosario, Rosario de Martino.. Fioraio storico, da sempre lì, nella piazza centrale di Caserta, sotto la statua del nostro Vanvitelli… che tutto immagino sappia, di fiori e piante e dei segreti della loro vita. Segreti del respiro della terra, che un po’ sanno di magia… roba che solo a sud del Garigliano…
    Così, fai qua, fai là, ma soprattutto, il consiglio del signor Rosario…. “fate mettere nel terriccio, fra le radici della pianta, un fagiolo…”
    Un fagiolo? “Sì’, un fagiolo. Quando il fagiolo si svilupperà e nascerà la piantina, e si vedranno le prime foglioline, l’orchidea, che è un fiore molto invidioso, non vorrà essere da meno e subito ci sarà il gettito che poi fiorirà”.
    Mi state prendendo in giro? “Niente affatto … così è”.
    Ma proprio in mezzo alle radici? Non si può mettere il fagiolo in un vasetto accanto?
    “No, no… così magari neppure lo vede. Deve sentirne la vita vicina vicina…”
    E certo, l’altezzosa orchidea… magari un vasetto poco più in là neppure lo vede…
    E quindi così ho fatto. Ho messo un fagiolo nel terriccio di ciascuna pianta e poi, a dire la verità, a che nascessero fiori quasi non ho pensato più, salvo sorridere, ogni tanto, con tenerezza e incanto, a quell’idea di fagioli come magici, capaci di provocare la fioritura nelle orchidee più riottose…
    Ma l’altra mattina… passando ancora assonnata accanto alla credenza ho visto che dal vasetto di una delle due orchidee, quella a destra sul ripiano, è spuntata una piantina di fagiolo, che ha schiuso due foglioline. Mi sono intenerita, per quella nuova vita… ma mi si è davvero fermato il respiro vedendo, sul tronco dell’orchidea, esattamente all’altezza delle foglioline di fagiolo, il gettito d’un rametto, promessa della fioritura che verrà. E il gettito, vi giuro, l’ha solo la pianta nel cui vaso il fagiolo ha messo radici e foglie, non l’altra orchidea, nel cui vaso il seme credo stia ancora dormendo. O per sempre ai suoi piedi si è spento.
    Inutile dirvi che ho subito chiamato mio fratello per dirgli di tanto stupore e chiedergli di ringraziare il signor Rosario, per il dono di questo miracolo.
    “E perché… avevi messo i fagioli senza crederci davvero?” mi ha quasi rimproverata.
    Ma no, ma no… Per carità, certo che c’ho creduto da subito. Adoro le fiabe e tutto quanto sa di magia. Ho sempre fermamente creduto nei miracoli, e continuo a crederci, anche in quelli che so che mai si compiranno…
    Ma questo mi è sembrato proprio un incantesimo. Come nel racconto di una fiaba, dove è sempre possibile l’impossibile, e tutto si può incontrare, compreso un’orchidea invidiosa delle foglioline di un fagiolo. E solo dalla casa del sud poteva arrivare…
    Ogni mattina, statene certi, andrò a spiare quel che accade fra le piante. E sono certa sarà una fiaba a lieto fine. L’orchidea fiorirà e ne sarete avvisati. E come tutte le fiabe, a ben pensarci, sembra avere anche la sua bella morale. Anzi, come alla fine dei racconti di Perrault, mi viene da dire che questa fiaba di morali ne ha due…
    Prima morale: anche sentimenti come l’invidia, che tanto indichiamo come cosa disdicevole, può alla fine dare bei frutti (o fiori) se indirizzata a buon fine.
    Seconda morale: persino l’altezzosa orchidea, che di bellezza ben se ne intende, ha saputo leggere la bellezza nella vita di un semplice fagiolo, se tanto ha desiderato volerla superare… che è cosa (saper leggere la bellezza anche in ciò che può sembrare modesto) che tutti dovremmo imparare a fare.
    E figuratevi se in questa fiaba non voleva entrare anche Gatto Randagio. Invidiosissimo di tutto, non mi avrebbe perdonato di esserne lasciato fuori. E ha voluto aggiungere un suo finale. Che in realtà è un suggerimento.
    “Seminate fagioli”, ha detto spalancando gli occhi.
    E dove? “Provate a mettere un fagiolo nelle scarpe di chi vorreste in qualche modo cambi. O trasformatevi in fagiolo voi stessi… magari riuscirete ad avere attenzione da chi guardando sempre e solo a se stesso non riesce a vedere la bellezza e la verità che è nella vita intorno… e chissà che alla fine risponda con nuovi colori, a finora inascoltati inviti”.
    Ho sorriso. Non l’avessi mai fatto! Il Randagio l’ha preso per incoraggiamento e ha continuato a pensare a persone luoghi e cose accanto a cui piantare fagioli. Vi risparmio l’elenco, vi dico solo che fra vita pubblica e privata… Insomma, non si è più fermato. E’ ancora lì che sta almanaccando e calcolando… quanti fagioli dovrà procurarsi da seminare… perché fiorisca intorno il mondo dei suoi sogni…

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