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    L’amico di Mizù…

    “In paese lo chiamavano tutti bambino, anche se aveva quasi quarant’anni. Ma era rimasto bambino dentro, nel modo di pensare e parlare, nell’allegria ingenua con cui guardava il mondo, nella svagatezza delle sue giornate.  E anche nel desiderio infantile di rendersi utile, di dimostrare quel che sapeva fare, cioè raccogliere legna nel bosco, sbrigare piccole commissioni…..”

    E Bambino è protagonista de “L’amico di Mizù” , edito da Notes, l’autrice Margherita Oggero. Questo è il suo primo Giallo per bambini, e proprio due ragazzini sono gli altri due protagonisti… alle prese con un omicidio e forse più in generale con il mondo dei grandi… E il tema della disabilità, della diversità in generale, è una delle chiavi di lettura del racconto, proprio  attraverso la figura dell’uomo che tutti chiamano  Bambino, e che solo i bambini che anagraficamente davvero lo sono, riescono ad avvicinarsi a lui senza timori o pregiudizi… Questo adulto rimasto bambino dentro… scrive Oggero,  “come quasi tutti i bambini gli piaceva inventare storie avventurose e poi raccontarle a chiunque volesse ascoltarle…”.  Oggero scrive racconti, scrive fiabe. Le fiabe… con il loro bagaglio anche fantastico di streghe, nani, orchi, sono il primo viatico che, a saperlo leggere, noi riceviamo per incontrare e confrontarci con la diversità. E dal mondo interiore di Bambino nasce Mizù , un leone fantastico, timido e vegetariano… e che nessuno vede…. l’anima profonda, insomma, di Bambino. Che come tutti i bambini, anagraficamente intendo, costruisce l’immagine di un amico- gemello da portare dentro di sé. Lorenzo e Clara , loro sì, anagraficamente bambini, sono il pubblico che ascolta le sue storie… Bambino viene ucciso, per via di un biglietto del superenalotto che avrebbe vinto. Sullo sfondo un piccolo paese, un paese come tanti,  dove viene sospettato dell’omicidio chi è straniero: lavoratori di passaggio… una famiglia che pochi conoscono… anche questa in fondo è una delle nostre malattie… cercare il male fuori di noi…e questo libro sa bene insegnarlo. Non sveliamo il finale, diciamo solo che saranno i due ragazzini in qualche modo a far arrivare alla soluzione del giallo… Morale della fiaba? Guardandosi intorno, guardandosi dentro.. il diverso non è mai cosa a noi tanto estranea…

     

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