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    Nessuno resti a terra…

    Da una riva di mare, appena appena più a nord, questo invito a navigare, e a imparare a farlo, anche quando si è uomini di terra…

    A un tratto provai quella sensazione incredibile ma mai dimenticata di quando molli gli ormeggi e piano piano cominci a muoverti. Non si può esprimere cosa vuol dire per una barca navigae… mi vennero alla mente i meravigliosi versi di Paul Verlaine che il mio armatore amava declamare a ogni partenza: “Ma poiché torna a sorridere,/ finito l’uragano, /l’avvenire, con la fronte incoronata/ di fiori indorati da un gioioso sole,/ speriamo, amica mia, speriamo!

    Questa è la voce di Eea, barca a vela che accompagna, come in un diario, la narrazione di “Nessuno resti a terra”, che è la storia, raccontata da Giovanna Caratelli, della rinascita di una barca a vela che era stata abbandonata, ma anche la storia degli “amici della darsena”, che è un’associazione, con base a Civitavecchia, di persone che da sempre vanno per mare, in vela, e un giorno hanno deciso di portare a cavalcare le onde ( e non solo del mare) chi da solo forse non ce l’avrebbe fatta… (…) Così, gli “Amici della Darsena” da anni si occupano di vela terapia per ragazzi “difficili” e ragazzi disabili, e ogni giorno li portano in mare…  e sono diventati un bel punto di riferimento per le strutture sanitarie di Lazio e Toscana. Cosa insegna loro il mare? A “navigare”, spiega Caratelli, a rispettare gli altri, ad aiutare gli altri, a mantenere la distanza da terra, a mantenere la giusta distanza dai problemi, a superarli, anche… Una “terapia” che sa essere anche sport vero se i ragazzi seguiti dall’associazione partecipano ogni anno ad Handycup, la ormai famosa regata che parte proprio dal porto di Civitavecchia, e non solo …
    Giovanna Caratelli è insegnante, svolge questo  lavoro come volontaria per un’associazione nel cui sito si legge, “noi siamo di mare…” , ma lei no, confessa, lei è di terra… eppure… eppure… qualcosa di veramente speciale sembra aver trovato su questa riva di mare… I ragazzi dell’associazione tutti hanno lavorato intorno alla barca, e tutti compaiono nel libro: un ragazzo che fa disegni sempre uguali, due ragazze down che si tengono abbracciate con grande dolcezza, una che disegna profili racchiusi in un cuore… un ragazzo, in prova per autorizzazione di un tribunale, che forse per la prima volta in vita sua ha intorno a sé qualcuno che, anche senza parole, gli suggerisce un pensiero: che è possibile anche fare cose gratuite per gli altri…

    Questo libro è anche un manuale che Giovanna Caratelli e i suoi ragazzi ci regalano, per imparare a rimettere in mare una vecchia barca… e non solo… e in tutti i sensi…

    Eea, la barca a cui è stata ridata vita nuova alla fine, quando è rimessa in mare dice: “adesso so chi sono” e rappresenta un po’ l’animo dei ragazzi cui si cerca di dare una nuova consapevolezza. Sullo sfondo c’è Civitavecchia, questa città a vocazione metà industriale e metà turistica, la costa tutt’intorno, e quella che l’autrice chiama la meravigliosa danza dei gabbiani….

    Giovanna Caratelli, Nessuno resti a terra, ed. Nutrimenti

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