Torna poi la notte che si riempie di ululati di cani e soffi di scimmie, soffi di corno e canti di mantra, sprazzi di fuochi e campane lontane…
Di nuovo ricordando un viaggio lontano, mentre in questa notte ancora così vicina, ancora umida di vapori di caldo malato, un cane ulula il suo strazio, a tratti, lacerati, senza speranza. Prigioniero, so, di mura di spazi. Ancora, manca l’aria.