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    Quale giustizia?

    Il 14 agosto un giorno di sciopero totale della fame e della sete, per la convocazione straordinaria del Parlamento su Giustizia e Carceri

    Noi sottoscritti, a partire da Marco Pannella che sta dando corpo e anima a questa campagna di legalità e di libertà, sentiamo come una priorità molto precisa quella di dare voce e seguito alle parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Convegno “Giustizia! In nome della Legge e del Popolo sovrano” tenutosi al Senato il 28 e 29 luglio. Noi, che a diverso titolo abbiamo a che fare con il mondo delle carceri, o perché vi lavoriamo, da direttori, agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali, medici, infermieri, personale amministrativo, volontari, cappellani, o perché facciamo parte di quelle istituzioni che, avendo il compito di legiferare o intervenire direttamente, il problema dell’illegalità delle carceri sono chiamate a risolverlo, o perché siamo proprio gli ultimi, cioè i “detenuti ignoti” che, dovendo pagare un debito per aver violato la legge, siamo vittime dell’illegalità praticata da chi le leggi dovrebbe per primo rispettare e far rispettare; o perché scontiamo in carcere una pena anticipata in attesa di un processo che, non dimentichiamolo, con un’alta probabilità riconoscerà l’innocenza della metà di noi, o perché siamo mogli, mariti, figli, genitori, nonni o amici di persone incarcerate, o perché, semplicemente, siamo cittadini democratici che credono nella Costituzione e nello Stato di Diritto, noi riteniamo che sia nostro dovere fornire conoscenza e ascolto della parola del Presidente della Repubblica,  accuratamente silenziate per non dire censurate da tutti i media audiovisivi e stampati. Parola e opera nascoste, negate ai cittadini e alla classe dirigente del Paese. Egli, in qualità di Garante dei diritti costituzionali, in primo luogo degli ultimi, il 28 luglio, fra l’altro, ha affermato: A proposito delle finalità del Convegno: (…) Si intende piuttosto mettere a fuoco il punto critico insostenibile cui è giunta la questione, sotto il profilo della giustizia ritardata e negata, o deviata da conflitti fatali tra politica e magistratura, e sotto il profilo dei principi costituzionali e dei diritti umani negati per le persone ristrette in carcere, private della libertà per fini o precetti di sicurezza e di giustizia. (…) Una questione di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile.  (…)

    A proposito delle scelte politiche e legislative: (…) Oscillanti e incerte tra tendenziale, in principio, depenalizzazione e “depenitenziarizzazione”, e ciclica ripenalizzazione con crescente ricorso alla custodia cautelare, abnorme estensione, in concreto, della carcerazione preventiva. Di qui una realtà che ci umilia in Europa e ci allarma, per la sofferenza quotidiana – fino all’impulso a togliersi la vita – di migliaia di esseri umani chiusi in carceri che definire sovraffollate è quasi un eufemismo.
    A proposito delle finalità costituzionali della pena: (…) Evidente in generale è l’abisso che separa la realtà carceraria di oggi dal dettato costituzionale sulla funzione rieducatrice della pena e sui diritti e la dignità della persona. E’ una realtà non giustificabile in nome della sicurezza, che ne viene più insidiata che garantita, e dalla quale non si può distogliere lo sguardo (… )

    Rivolgendosi alla Politica: (…) è fondamentalmente dalla politica che debbono venire le risposte. (…) non escludendo pregiudizialmente nessuna ipotesi che possa rendersi necessaria. Sappiamo che la politica, quale si esprime nel confronto pubblico e nella vita istituzionale, appare debole e irrimediabilmente divisa, incapace di produrre scelte coraggiose, coerenti e condivise.

    Ma non sono proprio scelte di questa natura che ogni giorno di più si impongono, dinanzi alla gravità dei problemi e delle sfide che ci incalzano non solo nel campo cui si riferisce questo Convegno ma in altri non meno fondamentali? Non dovremmo tutti essere capaci di un simile scatto, di una simile svolta, non foss’altro per istinto di sopravvivenza nazionale?

    Per dare seguito alle parole del Presidente Napolitano, noi chiediamo urgentemente la convocazione straordinaria del Parlamento. Per aiutare questa scelta, il giorno 14 agosto per 24 ore saremo in sciopero totale della fame e della sete anche per simboleggiare la fame e sete di legalità, giustizia e verità del popolo che abita il territorio italiano. In assenza di democrazia e diritto, infatti, è il popolo tutto a rischiare di soccombere.

    Ecco primi promotori

    Rita Bernardini, deputata radicale (Commissione Giustizia CD)

    Luigi Manconi, Presidente di “A Buon Diritto”
    Ornella Favero, Presidente Associazione Ristretti Orizzonti
    Patrizio Gonnella, Presidente Associazione Antigone
    Eugenio Sarno, Segretario della UIL-PA Penitenziari

    Leo Beneduci, Segretario Generale OSAPP (Polizia Penitenziaria)
    Francesco Quinti, responsabile nazionale comparto sicurezza Cgil-Fp
    Riccardo Arena, conduttore di Radio Carcere su Radio Radicale
    Irene Testa, Segretaria Associazione Radicale “Il Detenuto Ignoto”

    Elisabetta Laganà, Presidente Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia
    Sandro Favi, Responsabile Carceri PD
    Sandro Battisti, Responsabile Carceri Alleanza per l’Italia
    Gerardo Romano, Segretario Regionale Osapp Piemonte e Valle d’Aosta

    È possibile inviare in altro modo la propria adesione a info@radicali.it

     

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