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    Salute mentale, un passo importante…

    Martedì 13 saranno gli on. Debora Serracchiani e Filippo Sensi a presentare il ddl “Disposizioni in materia di salute mentale”.
    Proposto dal Forum Salute mentale, a quarantacinque anni dalla legge 180, il disegno di legge, già presentato nel 2017 a firma di Nerina Dirindin e Luigi Manconi, e riproposto nell’ultima legislatura dall’on. Elena Carnevali e dalla senatrice Paola Boldrini, è pensato per dare piena attuazione su tutto il territorio della penisola alla legge 180.
    Se in questi anni storia c’è stata, si vuole riprendere quella tessitura, per valorizzare le rimonte e i successi che pure ci sono stati grazie a quella legge e il diritto riconquistato delle persone, in quasi mezzo secolo di psichiatria anti-istituzionale, di riscoperta di donne e uomini nascosti dietro la sofferenza mentale, di diritti riconsegnati ai ‘pazienti dei servizi psichiatrici’, di rispetto per la loro sofferenza, per la loro vita…
    Una risposta, che recenti e non recenti fatti di cronaca rendono urgente, a tanta distrazione e alle scelte arroganti delle politiche sanitarie degli ultimi tempi, con il fallimentare sistema “ospedale al centro e tanto privato”, che tanta solitudine continua a produrre e che ha di fatto tradito lo spirito della riforma sanitaria del ’78.
    Il disegno di legge propone l’attuazione in tutto il territorio di strumenti adeguati come in diversi dipartimenti di salute mentale già avviene. Per rivalutare soprattutto il ruolo delle persone con esperienza. Per richiamare i servizi, i dipartimenti, le regioni, la magistratura a vigilare sull’attuazione delle misure di sicurezza. Individuando concretamente livelli di assistenza, percorsi di cura, prevedendo l’operatività dei servizi sul territorio per 24 ore al giorno, mettendo sempre al centro la persona e i suoi bisogni. Riportandoci così nell’abito dei principi del piano d’azione della salute mentale dell’OMS, come della Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità.
    Insomma, un ddl “distonico” rispetto a quello che sta accadendo, che disegna “una certa idea di mondo” che ci piace. Rimettendo al centro la partecipazione a livello locale, perché dove manca la partecipazione i servizi sono scadenti. E le tristi cronache con protagoniste persone malamente seguite, quando non seguite per niente, ne sono il tremendo ricasco.
    Anche su questo il disegno di legge vuole fare chiarezza e dare precise e concrete indicazioni.
    Nodo quanto mai cruciale, quello del TSO
    . Troppo spesso mal interpretato nella sua attuazione, tradotto in pratiche violente. Cosa ben lontana dall’idea con la quale era nato un provvedimento che voleva essere non sopraffazione, piuttosto abbraccio di cura che passa attraverso confronto e mediazione.
    Insomma, una legge non da modificare, la 180, ma da applicare pienamente (ci sono regioni dove mai è stata davvero applicata, mentre oggi subisce attacchi là dove ha meglio funzionato…) contro tanti luoghi comuni e cattive psichiatrie che, mettendo al centro la malattia e non l’uomo, la vogliono di fatto cancellare.
    Un passo importante, nel quadro di un impegno più ampio per chiedere anche un’inversione di rotta, per la valorizzazione e il rafforzamento di tutto il sistema sanitario nazionale.

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