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    Sguardi

    Un racconto, di Matteo Sartore, che è un invito, a guardarsi intorno, a liberare sguardi… anche solo sul tavolo accanto… e scoprire sentimenti inaspettati. Un invito all’attenzione, a non essere sempre così distratti, così inutilmente concentrati a correre, avanti e indietro, avanti e indietro lungo la riva della nostra fretta…

    “Non ti sono mai piaciuti i ristoranti affollati. Rumore di piatti e bicchieri, confusione, camerieri affrettati e scortesi. Tutto ti annoia e innervosisce. Le chiacchiere degli amici non aiutano. Così inizi a guardarti intorno. Al tavolo vicino al tuo c’è una famigliafelice. Padre e madre giovani. Due gemelle che avranno sì e no sette anni e un altro bambino un po’ più grande, con una strana maglietta blu, sembra un pigiama. Ha una sedia diversa dalle altre, grande, nera e con le ruote. Non è composto. La testa è reclinata, come se ascoltasse qualcosa che sente solo lui. Non guarda in giro, è come se non avesse niente da vedere. A te sembra che gli occhi non esprimano nulla, che siano vuoti. La madre si alza e gli allaccia un tovagliolo al collo, preparandosi ad imboccarlo. Il gesto sembra abituale, come versare dell’acqua. Gli occhi del bambino prendono vita e si fissano in quelli della madre. La testa non si muove e sul suo viso si forma il sorriso più bello che tu abbia mai visto. Guarda la madre ed è felice. C’è qualcosa di diretto ed importante tra di loro, una cosa che condividono. Come se si sostenessero a vicenda. Il bambino sorride ancora ed è riconoscente nell’unico modo in cui è capace. La madre gli pulisce il viso, lo accarezza e lo bacia piano in fronte. Sorride anche lei. Tu ti commuovi perché capisci quanto il loro amore sia semplice e diretto, mentre tu analizzi tutto allo stremo, non ti fidi, vuoi certezze. A volte però le certezze arrivano se non le cerchi. A volte amare qualcuno, a dispetto delle difficoltà, è l’unica cosa che ti rende felice”

    Le immagini… non nascono mai dal nulla, e quelle di questo dolcissimo racconto Matteo Sartori se l’è portate dentro per anni… dopo l’incontro di questi sguardi, al tavolo di una sala di ristorante. Sguardi che, ci ha detto, in quel momento gli hanno indicato la via… Ora, fra una corsa e l’altra per il suo lavoro che lo porta in giro qua e là anche per il mondo, ha trovato il tempo per dare il suo tempo a chi sa accontentarsi davvero di poco. Di un momento di compagnia. Delle parole dell’amicizia. Di silenzi, anche, profondi come attimi di verità. E quel che ne riceve, dice, è impagabile…

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