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    Ancora “capanne vuote”

    A proposito dei bambni di tutte le guerre.. a proposito delle tragedie del Mredioriente, che non nascono oggi…Ancora il regalo di una riflessione da Vittorio da Rios, che ancora una volta ci inchioda alle nostre responsabilità…

    Il “maestro” Gerardo Marotta fondatore e anima con il Prof. Antonio Gargano dell’Istituto Italiano Per Gli Studi Filosofici di Napoli, un grande Italiano di cui tutti dovremmo rendergli ricordo, che mi onorò della sua amicizia e stima, mi ricordava nelle moltissime telefonate intercorse tra Cimadolmo-Treviso: il profondo Nord-Est cosi definiva la mia appartenenza geografica, a Via Calascione-Napoli dove viveva, un aneddoto assai significativo per comprendere l’immensa sua statura etica- morale-civile e culturale. Con le città ancora fumanti distrutte dai bombardamenti degli “alleati”, le biblioteche pubbliche e private sventrate e milioni di volumi sparsi ovunque; lui con Giangiacomo Feltrinelli sono stati trai primi a recuperare e dare inizio a salvare quel patrimonio tragicamente violato. Cosi inizia la sua straordinaria avventura umana culturale e irrepetibile amore e passione per i libri e la cultura l’alto sapere. Era giovanissimo Gerardo ma aveva già compreso che solo il sapere l’alto pensiero filosofico-scientifico, la grande tradizione umanista intrisa di grande spiritualità quanto attenzione quotidianamente vissuta, per la reale condizione umana e per gli inevitabili processi emancipativi, e di liberazione, può tentare di raddrizzare quello che Berlin ha definito il legno storto dell’Umanità. Il “secolo breve come definito in un suo capolavoro da Eric J. Hobsbawm ha riservato sia processi evolutivi quanto spaventosi cataclismi mai prima organizzati dall’Ominide nella sua millenaria storia. E dentro questo travagliato odierno processo di liberazione l’umanità sta vivendo quello che la carissima Francesca e Gatto Randagio ci racconta. La Siria, e ora senza rottura di continuità la tragedia Palestinese che è storia di soprusi, violenza, massacri da oltre 7 decenni in quella martoriata area geografica del Pianeta. Già il più grande materialista, e filosofo dell’antichità, Epicuro aveva definito la sua epoca circa 3 secolo prima di Cristo,come quella caratterizzata dall’oppressione dalla mancanza di democrazia e di equità sociale. Essa rileva Epicuro ha le sue radici nella condizione propria dell’uomo. Non si disperde l’agire intellettuale di Epicuro, va all’essenziale, e ripete solo sé stesso: La filosofia non è un divertimento, un lusso da professori, un mero e sterile accumulo nozionistico, ma un lavoro legato al più pressante di tutti i problemi. Non bisogna fingere di addestrarsi con la filosofia: non si deve simulare la ricerca della salvezza, la si cerca e la si pratica quotidianamente. Quanto sono attuali questi assiomi fondativi del pensiero filosofico e scientifico di Epicuro. Quanto da apprendere oggi dal suo agire e essere pensatore che oltre 2,300 anni fa aveva intuito come il sapere e l’uomo di vera cultura deve agire nella concretezza e incandescenza delle tribolazioni umane. In un suo saggio Giuseppe Papagno: “Dall’economia alla storia”, -un criterio per incominciare-. Ricorda come nell’ottobre del 1946. Ogotemmeli, un vecchio e cieco cacciatore della popolazione dei Dogon dell’Africa occidentale, acconsenti di illustrare all’etnologo francese Marcel Griaule l’immagine che del mondo aveva il suo popolo. In trentatré giorni di conversazione essi cercarono di rendere tra loro tangenti due universi. In un celebre libro poi uscito nel 1966 ” Dieu D’eau Griaule tradusse i racconti di Ogotemmeli in un sistema simbolico percepibile al lettore europeo. Cosi i Dogon entrarono a far parte della nostra conoscenza storica. Sul versante degli avvenimenti, il colonialismo e i processi che chiamiamo di ” modernizzazione” in Africa hanno probabilmente inciso sui Dogon attuali e forse eroso la loro immagine del mondo. Rimane tuttavia l’impianto concettuale elaborato da Griaule. Su questa base ( o poco più ) è dato agli altri -discutere-approvare-dissentire-verificare su un certo stato della loro storia. Oggi in una realtà drammaticamente frammentata, quanto violenta e confusa, con il potere finanziario che governa i processi economici, determinando i destini di miliardi di creature umane, che ha di fatto esautorato a livello globale il potere esecutivo dei parlamenti, quale ruolo ha la conoscenza storica oggi? Conoscenza storica come coscienza collettiva dei processi che hanno determinato l’attuale esistente, di cui ne conosciamo le tragiche reali conseguenze? Ora stiamo vivendo l’ubriacatura consumistica-festaiola delle festività. Tutto è in vendita un luccichio continuo incessante. Mentre in molte aree del mondo per effetto di questo immondo “luccichio”: “una sparuta minoranza ricca vive nel privilegio economico, e una sterminata massa di impoveriti” muore per causa, da guerre, fame, malattie. La nostra coscienza non può non indignarsi davanti a questi dati che sono impietosi quanto drammatici nella loro quotidiana realtà. Ogni 12 secondi un bambino muore per fame. Circa 850-900 milioni di esseri umani sono ridotti alla fame. Oltre 3 miliardi di creature umane vivono con meno di 2 Euro al giorno. e ne assassiniamo 27-30 milioni ogni santissimo anno. Oltre un miliardo di umanità vive in baraccopoli. Le guerre e conflitti bellici oltre a aver determinato decine di milioni di morti hanno causato oltre 100 milioni di profughi. E tra pochi anni avremmo solo dal continente Africano oltre 200 milioni di profughi ambientali. Il tutto causato da una criminale gestione delle risorse del Pianeta che vanno a beneficio del 10-12% della popolazione mondiale e al resto 88-90% vanno le briciole. In questo scenario a livello globale si investe in armi cifre spaventose quanto impronunciabili. Compreso il nostro paesello che nel 2022 ha investito dati Siprem 33-35 miliardi di Euro. RICORDANDO COSI IL POPOLO PALESTINESE, L’INFANZIA PALESTINESE MARTORIATA, LE DONNE CHE ANCORA SUBISCONO VIOLENZE SIA NELLE CONTRADE OCCIDENTALI QUANTO IN MOLTE ZONE DEL PIANETA. IL POPOLO UCRAINO IN ZONE DI CONFLITTO CHE SOFFRE FAME E FREDDO. ALLO STESSO POPOLO RUSSO DOVE MOLTE MADRI PIANGONO FIGLI MORTI DA UNA GUERRA FRATRICIDA. AL CONFLITTO DIMENTICATO IN YEMEN AL CONGO CHE COME DENUNCIA CON GRANDE TENSIONE MORALE ALEX ZANOTELLI HA CAUSATO MILIONI DI MORTI SOLO IN QUESTO INIZIO DI SECOLO. SONO OLTRE 40 OGGI NEL MONDO LE GUERRE E SONO ALIMENTATE ANCHE CON LE ARMI CHE ESCONO DAI NOSTRI CANTIERI BELLICI. Saluto citando Gramsci il suo “Pessimismo della ragione e L’ottimismo della volontà. Auguri di cuore in particolare alla carissima Francesca e che sia un Natale “sereno” e un 2024 discreto dove l’umano finalmente trovi una seppur flebile luce di umanità, e di convivenza vera, ricordando Balducci.
    Vittorio da Rios

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