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    Frammenti di memoria

    Un libro può essere molte cose. Un romanzo, una biografia, un saggio, una raccolta di racconti, una fiaba. E questo che genere di libro è? Come molte cose della mia vita non è definibile con precisione…”.
    E’ vero, me lo sono chiesta anch’io all’inizio della lettura. Cosa sono questi “Frammenti di memoria”, che Irene, Irene Gironi Carnevale, vuole condividere con noi…
    La spiegazione ce la dà proprio lei nel retro della copertina: piccole storie di vita quotidiana pescati dalla memoria del passato, “con l’intento di raccontare, come si potrebbe fare fra amici davanti ad un caffè o sul divano in una sera d’inverno…”.
    E va bene, ma quando il frammento di un racconto molto personale (fra una Prima comunione e un pranzo di Natale, una querelle su una data di nascita e una gita al mare), destinato agli amici, fa “il salto” per diventare altro… mi sono chiesta come cercando, un po’ dubbiosa un po’ curiosa.
    Poi frammento dopo frammento si è composto un mondo… Già suggerito, è vero, da quell’ “Avevamo un sogno” del primo frammento. Avevamo un sogno e magari più d’uno “ma quello principale era cambiare il mondo, anche se era solo il nostro piccolo mondo”.
    Diciamo pure che in qualche modo era anche il mio mondo, una questione, dunque, diciamo pure generazionale… fatto di gonne a fiori e sigarette fumate di nascosto, un rifugio da dividere con una folla di amici/fidanzati/amanti, pochissimi, o nulli, soldi, e la meraviglia che pure i momenti migliori sono stati proprio quelli, ché non era la disponibilità di denaro, e mai hai imparato lo sarebbe stata, ad arricchirti la vita…
    Ricordi, con quel pizzico di nostalgia per la ragazza di allora (e che eri anche tu) che ti morde l’anima. Ma non è solo questo.
    Frammento dopo frammento di questo narrare, a volte gioioso, a volte triste, a volte ironico… è un mondo “pieno” di donna che si compone, con i suoi sogni, le cose belle e brutte che nella vita vengono incontro, le gioie, i dolori, le persone amate, quelle che ti amano e poi vanno via, le famiglie complicate, che si compongono e si sciolgono, i figli, l’incontro con la disabilità, il coraggio, tanto coraggio… mentre un gabbiano solca il cielo sulla costa campana dove tutto ha inizio e tanta acqua scorre sotto i ponti della città dove la vita ti ha portata…
    E il ritratto di donna che ne nasce fa pensare a persona che molto ha da insegnare e da cui, perché no, prendere qualche appunto. Tanto per cominciare, a proposito del fatto che ogni frammento dell’esistenza è tutta da vivere. E “domani è un altro giorno” non è solo la celebre battuta di un film che pure abbiamo amato (e continuiamo ad amare nonostante i sussulti del politicamente corretto che ce lo vorrebbero oscurare). E poi le riflessioni sull’essere donna, sull’essersi “ritagliata uno spazio di assoluta normalità, modellata sulla diversità che ti riguarda”, pur nel suo essere “contro” (contro le domeniche, le feste comandate, le ritualità ipocrite…). E poi, e poi…
    Comincia e finisce con un sogno, questa raccolta di frammenti. “Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna solo di notte”… Chi lo ha detto? Non ricordo. Ma, arrivata all’ultima pagina, è il primo pensiero che mi è venuto in mente.
    Va beh, ho detto che quello che, leggendo leggendo, mi ha fatto sentire in sintonia con Irene non è solo una questione di comunanza generazionale, ed è vero.
    Però, però… alla fine è stato tutt’uno chiudere il libro e andare a ripescare una musica che non sentivo da un po’, anche perché molto mi strugge riascoltare. Neanche a dirlo, Guccini, e precisamente, indovinate un po’, Radici…
    La casa sul confine dei ricordi… la stessa sempre, come tu la sai…
    E tu ricerchi là le tue radici… Se vuoi capire l’anima che hai…

    Mentre in fondo in fondo all’anima rimane il sospiro rappreso di un tempo, al pensiero che… un pazzo si è lanciato contro al treno… un pazzo si è lanciato contro al treno…
    Ché questo non l’ho mai dimenticato… che gli eroi sono tutti giovani e belli… e sono sicura ancora oggi come me si commuove Irene, al ricordo dei visi e delle voci che intorno a quel canto, tante sere, s’incontravano…

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