il trenino, 8

… Poco prima che il binario salga sul ponte sul fiume. Sulla destra, basta appena allungare lo sguardo. Sulla distesa di macchine lasciate ad arrugginire. In mucchi accatastate le une sulle altre, e portiere squarciate, ferri, tubi contorti. Insomma, il campo dei rottami. Cosa non va? Da qualche parte i rottami si devono pur buttare, direte. Si, certo, forse. Ma quello che non vorrei vedere e’ il tratto dove i tubi diventano lamiere di tetti. E i rottami di ferro trasmutano in casupole. Tutte accalcate l’una sull’altra, l’una che spinge l’altra. E insieme si spingono fino alla sponda del fiume. Che ogni volta mi chiedo com’e’ che le ultime della fila non caschino nell’acqua. E quando d’inverno sale la piena tremo, che il fiume non le porti via. Cosa che finora, almeno su quest’ansa del fiume, non e’ ancora accaduta. Ma temo che prima o poi possa accadere. Allora nulla potra’ la fila di cancelletti sbilenchi, sospesi sull’argine, che qualcuno ha messo a segnare confini d’aria. E non e’ finita li’… (continua)

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