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    La fantastica favola di Leonardo

    leonrado-sito-800“Solo lui, povero bruchino, non riusciva quasi più a muovere il suo corpo, non aveva mai avuto voce, né poteva muoversi veloce come gli altri, ma soprattutto non sapeva cosa volesse dire volare. Ogni suo passaggio da una foglia all’altra gli pareva un lungo stanco e infinito viaggio”.
    Scopro solo ora, e certo con imperdonabile ritardo per un’appassionata di favole e fiabe, che Leonardo da Vinci era anche scrittore di favole. Lo scopro dalla voce di Gaetano Marino, che è attore, regista, contastorie, drammaturgo del suono… O almeno prova a esserlo, come dice di sé con un bel po’ di ironia, che non fa mai male, specie di questi tempi cupi…
    E anche questo è dono che mi arriva dalla Sardegna, “isola d’incanto e dannazione”, come la definisce Marino, nel quale mi imbatto che è appena rientrato dal festival della scienza di Cagliari, tutto entusiasta dell’incontro con i ragazzi, di scuole elementari e medie, ai quali ha fatto conoscere il “suo” Leonardo…Incontro dove, come meglio spiega, ha immaginato insieme a loro quel “sognatore fuori dal tempo, camuffato da vecchio barbuto, bianco e solitario. Un genio scontroso e scontento. Un sublime egoista, un teorico senza i piedi per terra. Un eterno bambino, che giocava per giocare, mentre lasciava i due più importanti dipinti di tutta la storia dell’arte”.
    Leonardo diventa, nel racconto di Marino, il personaggio di una favola fantastica, e credo che fra i tanti omaggi e le celebrazioni di quest’anno, che ricorda i cinquecento anni dalla sua morte, è progetto che fra i più avrebbe gradito, questo “gioco” ideato per i più giovani.
    “Leonardo, personaggio sempre scomodo, dislessico, non voleva finire le cose, ché finire le cose, diceva, è roba da servi… lui lasciava i bozzetti… un mago, visionario… la sua vita è una favola fantastica, un’esplosione, un racconto perfetto per i bambini”. Felice, dice Marino, di avere immaginato insieme a loro…
    E’ davvero entusiasmante la sua passione per Leonardo, tanto che sono andata subito a sentirmela, questa sua narrazione, sulla web radio Parole di storie (e se volete anche voi, https://paroledistorie.net/podcast/leonardo-da-vinci-breve-racconto-di-un-genio-sognatore-fuori-dal-tempo/), insieme a tutte le fantastiche fiabe di Leonardo che Marino, con la sua associazione Aula39, ha adattato e “messo in voce”.
    “Mettere in voce”. E’ la prima volta che sento questa espressione. Anche voi avrete molto più comunemente letto o sentito di “letture di” o “voce narrante di”…
    “Mettere in voce, certo” mi spiega. “Come mettere in scena. Interpreti, dai corpo alle cose, lavoro da teatrante!”.
    In effetti… quanto più bello e significante è questo “mettere in voce”. D’altra parte antichi testi insegnano che la conoscenza non appare come una visione ma come percezione uditiva (nel libro di meditazione Il Fiore d’oro, leggo per esempio, si parla di luce auricolare).
    Così ho conosciuto le favole di Leonardo e, ascoltando, li ho visti anch’io, portati come da un tappeto volante tessuto di voci… la vecchia aquila reale, che viveva da molti anni solitaria sopra un’altissima roccia… il pericolosissimo basilisco che viveva nella lontana Cirenaica… la bestia piuttosto strana chiamata Macli, che viveva nella Scandinavia, su a nord, tanto tempo fa… e tutto un mondo di animali e piante, per i quali Leonardo ha sempre avuto grande rispetto e interesse, avendo capito da subito che “la vera saggezza nasce dalla conoscenza della Natura e da una vita in armonia con essa”. E le sue fiabe, racconta Marino, sono sempre “ricche di grande impegno morale, e mettono in guardia dai pericoli dell’ignoranza, dell’invidia, della superbia e della presunzione”.
    Ma non ho incontrato solo narrazioni per bambini (e adulti che vogliano ancora sentirsi bambini). C’è un secondo progetto, sempre ideato da Marino, che si chiama Quartaradio (sempre web). “Accenderla” è come aprire uno scrigno pieno di tesori. Perché qui sono stati messi in voce scritti di Deledda, Poe, Pirandello, Verga, Roth, e poi i classici dei classici, Erodoto, Omero, e narrazioni della terra di Sardegna, storie di fate e di jane… tutto liberamente fruibile…
    Una biblioteca che non smette di crescere. Che è anche un grande dono. Il dono della voce, che ci aiuta a immaginare, ci permette di volare, ed è anche un dono di libertà…
    A proposito di voli.
    Com’è andata a finire la storia del bruchino di Leonardo?
    È andata a finire che dopo il buio è uscito alla luce del sole e…. miracolo! “Non aveva più i suoi mille piedi, non aveva più quel corpo ingombrante, né cadde pesante al suolo. Ora s’accorse di avere due ali grandi, leggere e bellissime, ricche di mille colori variopinti e luminescenti al sole. Come d’istinto, come madre natura volle, il nuovo essere batté le ali, e subito si librò nell’aere, su, in alto in alto, nel cielo infinito”. Un volo di libertà, appunto. Morale della favola: “Così appare la virtù, leggera e maestosa, e se ben paziente essa attende a ogni cosa e premia la pazienza”.
    E con questa pagina (siamo ancora in tempo), contagiati dall’entusiasmo del nostro contastorie, rendiamo omaggio anche noi al sognatore che tutto aveva visto e previsto e, un giorno di oltre mezzo millennio fa, scrisse: “gli uomini viaggeranno senza muoversi, parleranno con chi non c’è più, sentiranno chi non parla…”. Cinquecentio anni fa, l’avreste mai detto?

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