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    L’amante di carta… 3

    E pensare che nei primi tempi Jasmine gli aveva inviato, come distrattamente, qualche cartolina da città qualsiasi. Piazze, fontane, noiosi scorci, simili l’uno all’altro. Poi aveva cominciato a sorprenderlo spedendogli cartoncini colorati. Carta rosa, azzurra, a quadretti verdi, bordata di striscioline che rimandavno ai lillà. Il tono e il ritmo dei messaggi mutavano con il mutare dei colori. Un gioco allettante, per un collezionista di corrispondenze qual era Andrea. Che aveva avviato il colloquio con Jasmine, così, per caso. In una sera di noia. Stava rimettendo ordine fra le sue carte, al ritorno da uno dei soliti viaggi per il suo incarico di rappresentante della Orient-Export, quando gli era finito sotto gli occhi l’appunto di un frettoloso indirizzo, e un nome  già dimenticato. Jasmine, appunto. Chissà quale Jasmine. Ma era quasi Natale, e non aveva resistito all’impulso di inviare anche a quell’indirizzo un biglietto d’auguri. Lo aveva affidato alle poste, insieme a tutti gli altri. Cinquanta, sessanta forse. Tanti gli sembrava erano allora i terminali della rete di corrispondenze tessuta negli anni. Molti tenuti aperti ormai solo per abitudine o cortesia. Ed erano quelli che infoltivano l’elenco dei biglietti da inviare in occasione delle ricorrenze rituali, come appunto il Natale. Altri erano diventati esistenze parallele alla sua. Mondi dei quali aveva imparato a conoscere tutto, o quasi. Dove si sarebbe potuto muovere a suo agio, pur non essendovi mai stato. Pur non avendovi mai messo piede, di ognuno avrebbe sicuramente riconosciuto le voci, i colori, gli odori delle cucine, l’abbraccio della poltrona di ogni salotto, il calore di ogni stanza da letto. Così come avrebbe potuto sentirsi già a casa per le strade su cui affacciavano quelle finestre di cartone. Da quelle bruciate delle metropoli, ai cortili sonnolenti dei quartieri di provincia. Su fondalidi mari, montagne o deserti. Se solo avesse voluto mettervi piede. Ma era un’idea che mai lo aveva sfiorato. Andrea aveva costruito un equilibrio perfetto fra le strade del suo pellegrinare solitario e affaticato per la Orient-Export, e quei mondi tranquilli, fissati su rettangoli di cartoncino, che regolarmente riceveva e che aveva catalogato in uno schedario diviso per sesso, età, anno d’avvio della corrispondenza. Equilibrio infranto esattamente due anni prima. Dall’irruzione delle lettere di Jasmine. (3… continua)

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