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    L’amante di carta… 2

    Jasmine. Non ricordava il suo viso. Non ricordava dove l’avesse incontrata, quanti anni avesse, quale il sapore della pelle, come portasse i capelli, il suono della sua voce, sempre che la sua voce avesse un suono. Non era neanche certo di averla mai conosciuta. Ma Jasmine era ormai in quella lettera, e nelle altre ventitré lettere che componevano il mosaico di un silenzioso dialogo. Jasmine era ancora una volta lì. Con gli aliti delle sue parole leggere, allegre, violente, lontanissime, vicinissime. Ma soprattutto, con quelle dannate parole senza senso fatte cadere qua e là fra le righe, secondo le regole di un codice che Andrea ancora non riusciva a decifrare. E che, sapeva, lo avrebbero fatto impazzire. (2- continua)

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