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    Primavera

    Forse erano anemoni, o violette bianche… oppure rose… i fiori che Proserpina stava raccogliendo nel prato quando ancora non esistevano le stagioni… e nello spazio e nel tempo intorno a lei c’era solo un’eterna primavera. E adesso che l’inverno è ormai sepolto, e questo sole e questo profumo che arriva sottile ci dicono che è tornata primavera… raccontiamo come nacque il ciclo delle stagioni. Storia di Porserpina, che è anche la storia del ritorno e del rinnovarsi perpetuo della vita dopo la morte…utto cominciò un giorno che Proserpina, che era figlia della dea delle messi Cerere, stava cogliendo fiori con le compagne, sul prato ai bordi del lago di Pergusa,… sì, in Sicilia, a due passi da Enna. Ma si era appena allontanata dal gruppo che all’improvviso la terra si aprì., e dal profondo delle sue viscere aparve Plutone. Il signore dei morti, innamorato della bellissima fanciulla, la rapì e la portò giù, proprio lì, dove si aprono le bocche delle miniere…

    Immaginate il grande dolore di Cerere… La dea corse a cercare la figlia ovunque, arrivando fin nelle più lontane regioni del mondo. Corse invano per nove giorni. Solo all’alba del decimo giorno, aiutata da Ecate, divinità della luna nera e della magia, si rivolse al Sole. E seppe che a rapire Proserpina e a farne la sua sposa con la forza era stato Plutone, che ne aveva chiesto d’altra parte il permesso a Giove…

    E Proserpina diventa moglie, impotente, prigioniera, riluttante… una storia di violenza come tante, ancora oggi, come la storia di tante Marie… Amore violento, che seduce e soffoca, e tesse prigioni di tristezza… Tradite dunque, la madre e la figlia, daglistessi dei. Ma la vendetta di una dea sa essere terribile. Cerere abbandonò l’Olimpo e decretò che la terra non avrebbe più dato frutti, e gli uomini non avrebbero più avuto doni da offrire agli dei… Il dolore della dea è un juro, impedisce di sentire il pianto, degli umani,decimati dalla carestia nella morsa dell’inverno… e ancora vittime innocenti… le vittime di ieri, quelle di oggi…

    Fu Zeus a cedere alle suppliche degli uomini e ordinò a Plutone di restituire Proserpina alla madre. Il dio degli inferi obbedì. Ma prima che la sua sposa bambina salisse sulcocchio che l’avrebbe di nuovo condotta a lui, le offrì da mangiare alcuni semi di melograno, e lei obbedientemangiò quattro semi di quel frutto. Melograno, simbolo dell’amore e della fedeltà coniugale…

    Immaginate comunque la fedeltà di Cerere quando rivide la figlia… In quello stesso istante la terra ritornò fertile e rifiorirono i fiori e tornarono a maturare i frutti. Ma presto Cerere, che presto scoprì l’inganno teso da Plutone: Proserpina aveva mangiato i semi di melograno nel regno dei morti… era costretta dunque a farvi ritorno, ogni anno, ancora abbandonare la madre, per tanti mesi quanto erano i semi che aveva mangiato… Fu così che Cerere decretò che nei mesi in cui la figlia fosse stata nel regno dei morti, nel mondo sarebbe calato il freddo e la natura si sarebbe addormentata… E arrivò il tempo dell’autunno… e il tempo dell’inverno… Ma Proserpina sarebbe anche rinata alla terra… e arrivò il tempo della primavera e il tempo dell’estate…( e poi Vivaldi, come sottrarsi?)

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