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    Se i diritti sono di tutti…

    A proposito di disabilità…. il pensiero di Vittorio da Rios, sempre molto generoso…

    “Grande merito alla carissima Francesca che ha affrontato con grande passione e professionalità l’universo complesso quanto diversificato dell’handicap. Pensiamo per esempio a quella gemma preziosa che meriterebbe di essere ripresa dalla RAI TV e RADIO che fu “Diversi da chi”, che Francesca per alcuni anni ha curato, messa poi sotto il cappello di una più ampia e, permettete, disomogenea “Area di servizio” (ma la Rai non dovrebbe essere tutta “servizio”?). Ma si sa che in RAI per “lavorare” occorre “mediare” titoli e contenuto dei programmi per soddisfare le varie anime che si spartiscono la gestione della più grande aziende italiana pubblica nel campo della informazione, quanto della formazione. Tra l’altro in una delle tantissime interviste fatte da Francesca a personaggi e protagonisti di quel mondo che noi impropriamente definiamo dei “diversi”, un grande studioso dei processi evolutivi in termini quantistici e numerici del mondo dell’handicap, eravamo agli inizi del decennio appena finito, stabiliva in un miliardo le persone presenti sul pianeta che per varie ragioni sono portatrici di deficit fisici quanto di natura psicologica. Quindi un intero “Continente” si ritrova in condizione “svantaggiata” rispetto ai paradigmi che noi riteniamo “condizioni” dei normali. Questo dà l’idea della vastità e estensione del problema. Milioni e milioni di storie, sofferenze, passioni a volte non vite, vissute in solitudine, e totale emarginazione. Pensiamo ai molti scenari di guerra oggi in corso. Dove i diritti elementari delle persone sono giornalmente calpestati e violati sistematicamente, e le strutture ospedaliere e assistenziali distrutte o gravemente compromesse. La memoria, come altre volte “ripreso”, va a una figura conosciuta nel 1984 in occasione della presentazione del suo libro HANDICAP DENTRO E OLTRE, Feltrinelli editore, autore Mauro Cameroni, colpito all’età di due mesi dalla nascita da una paralisi celebrale che gli compromise irreversibilmente l’uso degli arti inferiori, della parola, e gravemente compromesso il controllo degli arti superiori, e con incontrollati movimenti spastici dei muscoli che determinano il controllo razionale del collo e della testa. Grazie all’amore immenso della mamma che ne intuì l’intelligenza e gli insegnò, i primi rudimenti del leggere e apprendere. Mauro poté laurearsi in medicina e specializzarsi in neuro psichiatria infantile. Come non ricordare una donna straordinaria, insegnante sposata con figli che fu colpita da una patologia degenerativa del sistema celebrale centrale e periferico, a tal punto che in pochi anni si ritrovo tetraplegica, immobile a letto priva di parola e di qualsiasi capacità di movimento del proprio corpo, “se non del mento”; che con ( siamo tra la fine del novecento e i primi anni del 2000) un sofisticato apparecchio tecnologico applicato al Computers con movimenti del mento riusciva a scrivere,e dipingere fino a che poi la morte non spense in lei “ma solo apparentemente” la sua immortale creatività, e amore per la vita e le creature umane. Conservo come una reliquia il suo libro trovato per caso, appena uscito, oramai 20 anni fa pubblicato da una casa editrice friulana, curato da amici, medici, e volontari, oltre ai famigliari di questa straordinaria donna. Ecco due storie incredibili tra milioni di storie che compongono il mondo dell’Handicap. E come non fare presente tra le tante tragedie dovute a guerre e massacri quella dell’Afganistan e della sua infanzia. Si calcola che sul suolo afgano vi siano disseminate attualmente qualcosa come tra i 6-8 milioni di mine anti uomo, molte sono di nostra produzione, anche se oramai da anni la loro fabbricazione nel nostro paese è stata abolita. Ma anni prima le nostre mine, le più ricercate dai mercanti di morte, hanno contribuito a disseminare a milioni sul territorio afgano questi oggetti definiti “Pappagalli Verdi” in un suo bellissimo libro da Gino Strada. Spesso non sono letali le esplosioni, che colpiscono maggiormente l’infanzia, Bambine e Bambini, ma lasciano corpicini devastati a tal punto che una delle industrie più attive è la produzione di protesi per rendere la vita a queste migliaia e migliaia di innocenti, vittime di crimini perpetrati dagli adulti “in modo particolare dalla tribù bianca”, meno sofferente e tribolata. Molti lavoratori che operano in questi laboratori che producono protesi ( non certo particolarmente sofisticate e tecnologiche come quelle occidentali) sono giovani che hanno subito ferite e amputazione di arti inferiori.
    E i portatori di Handicap che si trovano in carcere? Altro capitolo che merita di essere approfondito e compreso nella sua scandalosa realtà e dimensione di sofferenza psicologica e fisica, in quanto violazione del diritto naturale fondamentale, presente nelle molte isole di sofferenza dell’ominide contemporaneo. Molto comunque si è fatto nei vari campi del sapere Filosofico-scientifico nonché nelle sue applicazioni pratiche per rispondere alle legittime istanze dell’universo dell’Handicap. Ma molto resta ancora da fare. Soprattutto in materia di prevenzione, cioè agire sulla cause investendo risorse e intelligenze. Destrutturare le guerre, causa di immani catastrofi e devastazioni sui corpi delle creature umane. Modificare e armonizzare il sistema determinato dalla civiltà delle macchine, “traffico nelle arterie cittadine e extraurbane” con milioni di vittime ogni anno quanto di permanenti Handicap fisici e Psicologici, lo stesso per gli innumerevoli costi umani determinati dagli incidenti sui luoghi di lavoro. Ci aspetta un grande lavoro e senso di responsabilità da parte di noi tutti.. Un caro saluto “Vittorio da Rios

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