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    Verso dove? – 12

    Ritornando a Berlino, e riaprendo il taccuino di Daniela Morandini, alla pagina di esattamente venti anni fa.

    Berlin 9.12.89

    Palazzo dello sport della Dynamo, a Weissensee, all’Est. Lontano dal centro, dai palazzi del potere, 2700  delegati del Partito per un congresso piu’ che straordinario, convocato ancora prima del previsto. Messo in piedi in due giorni. Provando ad usare metodi democratici. C’e’ il pubblico che ascolta. Gli applausi non sono controllati. Ci sono microfoni e telecamere. E’ la prima volta. Il primo ministro Modrow e’ tirato. E’ uno che al socialismo crede ancora. Vuole un direttivo contro lo sbandamento. Non parla piu’ di Comitato Centrale. Non parla neanche della riunificazione tedesca. Gli applausi sono tanti. Adesso questi 2700 delegati devono eleggere il successore di Krenz e fare i conti con le richieste dell’opposizione: riforme economiche, nuova  costituzione, nuova legge elettorale. Ma,soprattutto, qui si deve cambiare il Partito. E dietro agli applausi, le decisioni ci sono. C’e’ chi vuole un partito nuovo, socialdemocratico, e chi vuole ancora un partito comunista, ma senza stalinismi. Ma gli schieramenti ancora non si vedono. Fuori da qui ,c’e’ meno tensione. Soprattutto dopo che la procura generale ha aperto un procedimento contro il vecchio segretario della SED, Honecker, l’ex primo Stof, l’ex capo della sicurezza Milke, l’ex viceprimonistro Cleiber, e i due membri del Politburo Wolikowsky e Axen. Tranne  Honeker e Axen, molto malati, tutti gli altri  sono finiti in carcere.

    9.12 Berlin

    Sembra che non finiscano mai. Sulla  faccia di molti ci sono i segni della stanchezza. Pochi minuti fa, la prima pausa. Sono i 2700 delegati della SED, da ieri sera al Palazzo delo sport  della Dynamo, a Weissensee, lontano dal centro e dai palazzi del potere. Non si sono fermati mai. Hanno votato all’unanimita’ di non sciogliere il partito. Ma la grande maggioranza  vuole cambiare nome. Non piu’ SED -Partito dell’Unita Socialista Tedesca-. E’ un congresso piu’ che straordinario, convocato ancora prima del previsto, messo in piedi in due giorni,provando ad usare metodi democratici. C’e’ il pubblico che ascolta. Gli applausi non sono controllati. Ci sono microfoni e telecamere. Ieri sera il primo ministro Modrow ha aperto i lavori.E’ uno che al socialismo crede ancora. Vuole un direttivo contro lo sbandamento. Non parla piu’ di Comitato Centrale. Questi 2700 delegati devono eleggere il successore di Krenz. Uno solo il candidato: Gregor Ghisy, un avvocato, un riformista. Broca, il segretario di Erfurt, e Berghofer, il sindaco di Dresda, tra gli uomini migliori della Sed che vuole cambiare, hanno rifiutato la candidatura. Ora, dopo la pausa, al palazzo dello sport della Dynamo, si potrebbe votare il nuovo direttivo.

    9.12 BERLIN

    -Un partito come gli altri, che si confronti con gli altri, che conquisti gli elettori ,come gli altri. Un socialismo umano, democratico,economicamente giusto, che non dimentichi mai l’ambiente-. E’ Gregor Ghisy, da poco presidente della SED,il Partito dell’Unita’ Socialista Tedesca, che  da sabato prossimo dovra’  cominciare da capo, con un nome nuovo. Ironico, 41 anni, i modi da protagonista del foro, presidente del collegio avvocati della DDR, Ghisy raccoglie l’eredita’ pesantissima di Honecker, di Krenz, dello stalinismo.  Nel 78 aveva difeso Rudolf Bahro,uno degli intellettuali del dissenso espulso dalla DDR. Il 4 ottobre, prima del crollo del Muro, era sull’Alexander Platz, insieme con i gruppi dell’opposizione, con il Neues Forum,con l’SPD, CON Democratie Jezt e con migliaia di berlinesi dell’Est, a chiedere liberta’ di manifestare,di viaggiare, di parlare. Dietro, una storia antinazista. Il padre Klaus,perseguitato da Hitler, si rifugia in Francia. La madre Irene, anche lei in prima fila contro la dittatura, fonda il primo giornale delle donne della Germania Orientale. Oggi i 2700 delegati del Congresso chiedono a Ghisy di ricominciare insieme. La base gli ha regalato una scopa nera per fare pulizia, per spazzare via ingiustizie e corruzione. Vicepresidenti sono  il nuovo primo ministro Modrow, e il sindaco di Dresda, Berghofer. Sono tra gli uomini migliori di questo partito che sta cercando trasparenza. Un partito che in un documento -impensabile solo fino a pochi giorni fa- dice grazie al popolo per questa rivoluzione senza sangue, e chiede scusa per  averlo trascinato in questa crisi gravissima.

    Appunti, Berlino 1989 D.M:

     

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