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    a proposito del Paradiso…

    aaa-èpresepeUn accenno al presepe è per Vittorio da Rios spunto per una riflessione, che parte dal dolce ricordo del tempo in cui allestire il presepe era rito immancabile… per arrivare alla riflessione sull’oggi, per ribadire, seguendo l’insegnamento di Turoldo, Marotta, Rodotà, la necessità di “agire subito”… Insomma, da leggere…
    “Negli anni cinquanta, sessanta e in parte settanta il presepio era sentito dalle mie parti, “ma credo un po’ ovunque” dove la tradizione cattolica era radicata, in modo molto profondo, e in ogni casa, pur modesta, ma dignitosa dove mancava il “bagno” e i servizi igienici erano fuori in una apposita piccola struttura, ovviamente senza catinella e relativa acqua, la preparazione del presepio era una ritualità primaria e immancabile. Ricordo, io ero di gran lunga il più piccolo della famiglia, che il presepio era costruito sotto l’albero che era un “dernever”, in dialetto sinistra Piave, Ginepro che si raccoglieva all’interno dell’alveo del Piave dove in alcune aree ghiaiose-sabbiose cresceva. Veniva messo in un capace vaso di terracotta, riempito di terra, e addobbato a dovere, con le modeste cose di cui si disponeva. Filamenti, palline colorate, cioccolata fatta di omini e Re magi. Il presepio era strutturato con un prato fatto di “muschio” delle stradine dove mettevamo dei sassolini, poi l’immancabile capanna con la sacra famiglia , il bue e l’asinello. Ed era grande festa. Il caldo della cucina e della stufa a legna faceva dopo una settimana crescere il muschio e lo stesso Ginepro aveva l’ardire di mettere delle piccole radici. Insomma ci affezionavamo a tal punto alla nostra creatura, “era un’entità spirituale unitaria” albero e presepe, che poi finite le festività smontarlo era cosa dolorosa quanto imbarazzante. A pensarci era mia madre dotata, oltre che di profonda fede non bigotta, di senso pratico e di un sano realismo. Fatto assai inverosimile che le paure del lupo sotto forma di agnello, “in queste zone di lupi umani con molte stellette, veri macellai di masse di contadini ben avevano praticato e calpestato il suolo sudicio di sangue innocente, con i loro viscidi stivali di cuoio sempre ben lucidati, non si avvertivano. Eppure mia madre di tribolazioni ne aveva patite a dismisura lei e mio padre, che poi è la storia di quelle generazioni nate nei primi anni del 900 che hanno subito due guerre mondiali. Ma solo più tardi in età un po’ adulta compresi l’orrore che mia madre si portava dentro che mai l’avrebbe abbandonata, di cosa i suoi occhi di bambina avevano visto e il suo corpicino patito. Compresi perché ne parlava assai raramente se non mai E quando io glielo chiedevo che ci parlasse di come era morta la nonna lei bambina di 6 anni sfollata, mi guardava con l’intensità e la profondità che solo le mamme possiedono in silenzio ma che era più di qualsiasi parola.e le lacrime a bagnarle il viso. Da lei ebbi la lezione del dolore universale che le guerre hanno creato e che continuano a creare, ma non portava rancore e odio, certo condanna senza appello sul piano etico e civile dei macellai: Cadorna, Vittorio Emanuele III, primi ministri, industriali, banchieri, interventisti vari, come pure degli attuali macellai spietati e avidi di potere e di dominio del terzo millennio. Ma basterà ai proprietari “universali” un esercito di oltre trenta milioni di uomini super armati e pagati a garantirne il perpetuarsi del crimine economico sperequativo in atto, e della distruzione sistematica dell’ambiente e del pianeta che ci ospita? La misura oramai è colma, e la sopportazione oramai non più contenibile…Cile, Venezuela, Bolivia, per citare alcuni paesi dell’America Latina, ma tutto il sud delle Americhe è attraversato da rivolte e dimostrazioni, che riguardano milioni di donne e uomini di giovanni che chiedono equità e giustizia,e il diritto su scala planetaria come ci ha trasmesso con le sue opere Stefano Rodotà del diritto di avere diritti. La stessa Europa, e la nostra piccola e violentata Italia negli ultimi decenni si sta risvegliando da parte di masse enorme di giovani che rivendicano il diritto di esercitare i propri diritti, Diritti fondamentali previsti dalla nostra Costituzione del resto,lavoro,cultura,scuola,casa.sanità,partecipare da protagonisti alle decisioni e alle scelte decisive che riguardano i destini di noi tutti. Ma l’umanità tutta riuscirà a superare, come ci ammonisce Gino Strada, l’era atomica? O è oramai troppo tardi? Anche se si riuscisse a distruggere tutti gli arsenali nucleari ci rimane la “conoscenza” oramai di come ricostruirle,e all’ora dovremmo abituarci a convivere con la paura dell’altro armato e pronto ad assassinarci, “le guerre convenzionali tragiche , e genocidarie”, con l’incubo orrendo e devastante della possibile catastrofe nucleare che tutto ciò che contiene il pianeta andrebbe distrutto e cancellato? Non dimentichiamoci che il nostro paese e depositario di oltre 70 armi nucleari, Che siamo il secondo paese al mondo nella produzione di armi leggere. L’idear nella messa in opera e produzione di armi iper tecnologiche per distruzioni di massa, e che investiamo in armi e sistemi di sicurezza una cifra che oscilla giornalmente tra i 70-80 milioni di euro.che annualmente ci da una cifra tra i 25-30 miliardi di euro. Pensiamoci quando andiamo a fare il presepio e l’albero di Natale,su quale polveriera e depositato il bambinello.Gesù.E che ci venga a conforto un grande profeta del terzo millennio Ernesto Balducci e il suo ottimismo “tragico”e il vedere tra il cumulo di foglie secche -La vecchia civiltà oramai al fine della sua evoluzione e percorso storico- e le gemme verdi presenti oramai sempre più copiose su scala planetaria. “La nuova civiltà non letale.la comparsa dell’uomo “Nuovo” che come ci ha insegna don Primo Mazzolari il “NON UCCIDERE” sia fatto proprio da ogni uomo e donna che calpesterà in futura la polvere del pianeta che chiamiamo Terra. Utopia? Non posso terminare non citando un mio grande Maestro. Un po di tutti a dir il vero, Gerardo Marotta, Maestro oltre che di grande cultura umanistica-filosofica Maestro di pace. “Il dovere degli intellettuali disse Gerardo, e dei veri filosofi di spiegare alla umanità che la filosofia è l’essenza dell’uomo, costituisce la sua stessa natura. Non è forse vero che proprio la filosofia positiva, l’autoriflessione, l’attività concettuale ha dato all’uomo, nel lento cammino della sua evoluzione, la possibilità di riconoscere se stesso e la propria identità di essere pensante, la propria capacità creativa? E’ Turoldo ad ammonirci con i suoi versi: “DI MALEDETTA POTENZA: Perdonatemi amici, queste parole, tristi pure a Natale. E’ la nostra terra, l’occidente il sepolcro della luce: da noi nessun Dio nascerà mai. Noi sappiamo tutto di questa materia: per scienza fatti vampiri o sparvieri degli spazi. Ma nulla mai sappiamo di Dio né mai sapremo: non più silenti segni del fondo mistero, i simboli lapide mute. Nel suo labirinto perduta è la ragione a urlare di maledetta potenza”. Infinite grazie a Francesca per questo ennesimo dono prezioso quanto stimolo a comprendere e capire quindi ad agire prima che sia tardi. Un caro saluto.”Vittorio da RIos

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