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    Clandestini…

    Dopo i giorni della pietas… un pensiero di Daniela Morandini…

    “Dopo i giorni della “pietas” , tornano alla mente  i “Clandestini” di Franco Accursio Gulino, un pittore siciliano che lavora su frammenti restituiti dal mare. Pezzi di barche, carretti sfondati, legni. Ma, soprattutto, porte. Porte spaccate, buttate, che arrivano chissà da dove,  ma che sempre chiamano al passaggio, allo sfondamento. Attori di questi quadri , spesso, non sono né donne, né uomini, né animali: sono clandestini. E c’è anche un’isola dipinta su questi rottami: Ferdinandea, emersa per poco nell’800 e poi ritiratasi sott’acqua, forse per protesta. E anche ora questa roccia di vulcano appare nelle tele, ma poi scompare : troppi cadaveri in mare. I primi “Clandestini” di Gulino sono di dieci anni fa: è noto che l’arte intuisca prima. E’ insopportabile che la politica, intesa come gestione della “polis”, e quindi anche del “mare nostrum”, perpetui il non interesse. Stragi, quindi, non solo tragedia.

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