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    Continuando…

    Continuando, dagli appunti di un anno fa… Lassù. Sull’Acropoli, dunque. Lassù anche cani. Quanti. Guardiani. Bastardi padroni inquieti del campo. Trotterellano avanti e indietro, avanti e indietro. Da una pietra all’altra si lanciano segnali, si chiamano, s’incrociano annusandosi appena. E poi via. A inseguire ciascuno la propria traccia. Tollerano, quasi ignorandolo, con la rassegnazione umida delle bestie abbandonate, il vagolare dei visitatori. Come sapessero che saranno fastidio breve. Ma ecco, forse c’è stato un gesto di troppo, o qualcosa, un richiamo, che solo lui, quel cane dal manto chiaro,ha sentito. Allora scatta verso il parapetto e comincia ad abbaiare, abbaiare alla valle. Lanciando disperato un segnale a qualcuno che lui solo sa.
    Qualcun altro sta, addormetanto, allungato sul suolo a prendere forza dal sole che pure l’inverno regala. E stanno qua e là immobili, quasi trattenendo il respiro. Anzi, quello più grosso, lì giusto ai piedi di una colonna del tempio, forse proprio non respira, neanche fissandolo a lungo se ne percepisce il minimo fremito. Finge, si capisce, di non sentirei ronzii e gli scatti delle macchinette che faranno anche di lui una foto ricordo, e le risatine e i passi, che sa al tramonto infine finiranno.

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