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    Cristiani e no

    427079-thumb-full-720-salvini_giuramento_in_piazza_duoMa che cos’è un cristiano? Persino un Randagio che si professa (forse) non credente inizia a chiederselo, dopo aver saputo con stupore di un ministro con Vangelo in mano e rosario in tasca che… “se li prenda in Vaticano”… “legittima difesa sempre”… “censiamo i rom”… e non sto ad allungare lo scandaloso elenco con cose che sappiamo… Vorrebbe, il Gatto, tutto liquidare con un frettoloso pensiero all’ipocrisia di certa cultura cattolica benpensante che pure fa parte di questo paese… Calma, gli ho detto. Non è domanda da poco… e ho cercato riposte per lui…
    Dunque.
    Una prima risposta l’ho trovata qualche giorno fa nella sala consiliare del terzo municipio di Roma. Un sempre appassionato, stupefacente, Gerardo Lutte era lì a ricordare con i compagni di un tempo la lotta condotta, negli anni a cavallo tra i ’60 e i’70, al fianco dei baraccati delle periferie romane (baraccati… gli zingari di allora…) ma anche, soprattutto, a parlare di quel tanto che c’è oggi da fare. Lutte, il salesiano belga che dalla congregazione dei salesiani fu allontanato per quel suo impegno senza compromessi al fianco di chi si vuole ai margini, e che ha poi spostato quell’impegno in Guatemala, dove ha fondato un’associazione, Mojoca, che si occupa del recupero dei ragazzi di strada. E anche per chiedere aiuto a tutti ancora gira il mondo, nonostante l’età, nonostante quel suo incedere incerto e faticoso, per quegli occhi che ormai non vedono…
    Si considera un rivoluzionario? gli ha chiesto qualcuno. “Se pacifico, se senza fucile.. sì, mi considero un rivoluzionario”, così il profeta, lui sì, cristiano, venuto a dirci che Dio non è neutrale.
    Dopo averlo ascoltato per la prima volta, Lutte, in altro incontro, tre anni fa, ero andata a leggerne in un libro che mi aveva regalato Remo Marcone (che quelle lotte degli anni settanta aveva seguito da fratello minore del “prete rosso”, e ora di Mojoca è la sponda italiana): “Libera Chiesa”, di Gilberto Squizzato, sulle voci del cristianesimo critico, libro che subito mi aveva conquistato. Lo scandalo di essere forse non cattolici, ma seguaci di Cristo sì…
    Cos’è un cristiano, dunque. Un’altra risposta (le cose sempre tornano) la trovo oggi in un nuovo libro di Squizzato, “Se il cielo adesso è vuoto” (editore Gabrielli). Una risposta composta in realtà da un’infinità di domande che forse così (molto sintetizzando) si possono riassumere: che fine ha fatto Dio con la nuova visione dell’universo offerta dall’uomo moderno? E’ ancora possibile “nell’epoca del disincanto scientifico e della potenza tecnologica, dar credito all’uomo della croce”?
    L’ho letto con molta curiosità e tante aspettative, questo libro, anche perché, un bel po’ di anni fa, si parlava fra amici di universo e di scienza (io in realtà solo ascoltavo), e fra noi c’era un fisico al quale qualcuno a un tratto chiese: “Ma secondo te dio esiste?”. E quello: “La domanda non è pertinente!”. Risposta sulla quale ancora mi interrogo…
    Sono stata felice di leggere nel libro di Squizzato quanto la domanda sia invece pertinente, e quanto lo siano le mille e mille domande che a proposito dell’universo, della scienza, di dio, dei vangeli, di Cristo… è possibile farsi, a cominciare da “cos’è la verità”.
    E vale la pena di farsele tutte, quelle domande. Che nascono soprattutto dalla lettura, dall’analisi, dal confronto dei testi dei vangeli, delle testimonianze su quel pazzo rivoluzionario che fu Cristo e le sue “pericolosissime parole”. Ma, per quanto complesso e pieno di riferimenti e richiami a testi sacri e meno sacri, non pensate a un libro “per addetti”.
    Queste analisi, rigorose e appassionate, che mettono in discussione il “Dio onnipotente del teismo” (e corredate da immagini che mettono a confronto la pietà di Michelangelo e il corpo di un bimbo fra le braccia del padre sotto i bombardamenti di Aleppo, le opere di misericordia di Brueghel e le istantanee di fili spinati alle frontiere…) molto concretamente, molto umanamente, si confrontano con la vulnerabilità della condizione umana, fotografata nel contemporaneo che tutti conosciamo.
    “Ora io chiedo: davanti allo sguardo impietrito del bambino in fuga dalla sua terra devastata e al grido muto del padre che non può abbattere il filo spinato che lo separa dalla speranza, se la sente l’uomo religioso di riconoscere a cuor leggero la mano invisibile di una Provvidenza superiore, saggia e amorevole?” … “chi si azzarderà da buon cristiano a consolare i derelitti e gli emarginati con l’invito a godersi i loro panni immondi in attesa che Dio li rivesta con panni decenti? Ad abitare nei tuguri delle bidonville rassicurandoli perché tanto questa vita non vale nulla e ciò che vale è l’aldilà?”
    Ricorda, Squizzato, riprendendo il vangelo di Luca, l’episodio dell’orto del Getsemani, quando Gesù, per il terrore della sua morte, suda sangue. Lui che sa che il padre che è nei cieli non verrà a salvarlo. Ma se così accetta il proprio “svuotamento” accetta anche quello della potenza del suo Dio . Questa perfetta coscienza della vulnerabilità umana “rivela che l’esistenza umana trova il proprio compimento nella dedizione incondizionata a questa vita e nell’amore che non si esime dal morire”.
    Cos’è dunque un cristiano. Pensando a Gerardo Lutte e a chi come lui, ognuno per quello che può e che sa, va alle origini dell’insegnamento “scandaloso” di cui parlano i vangeli… mentre così spesso abbiamo fatto della croce, “privata del suo significato reale” e “svuotata della sua crudele, insopportabile portata”, decorativo gioiello su corone o appeso al collo di signore. Eppure, “ha la stessa ripugnante crudezza di ogni condanna a morte e sostenere la sua visione deve tornare ad essere tanto insopportabile quanto, ad esempio, quella dello sgozzamento dell’Isis o di una lapidazione”. Scandaloso Squizzato… che azzarda persino l’immagine di un Cristo su sedia elettrica…
    Le domande, i dubbi incalzano… la risposta, nella lettura qui proposta del vangelo: “realizzare subito la giustizia e la fraternità, combattendo contro la dittatura di un presente che sembra immutabile nella sua protervia cattiveria”.
    Ebbene sì, ci piace la fede scandalosamente laica che si suggerisce possibile… roba, questa sì, da cristiani…
    “Se il cielo adesso è vuoto”… Andate a leggere, interrogatevi. E, soprattutto, guardatevi da chi brandisce rosari e crocefissi come clave (e chissà cos’ha capito, del vangelo). Lo ha fatto, tragicamente, a suo tempo, anche l’Inquisizione…inquisizione...

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