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    Dal diario di Thomas Mann

    grosz_dehors_et_dedans_1926Grazie a Vittorio da Rios, che apre per noi altre pagine….

    “Stimolato da Francesca con questa interessante lettura di Heinrich Mann “Der Hass” mi sono aggirato tra gli scaffali e ho ripreso in mano:; conversazioni 1909-1955 di Thomas Mann. Dal suo diario 30 ottobre 1941 ” dopo la colazione intervista con un intelligente giornalista”.Il Dott. Mann con il quale abbiamo parlato ha attaccato i nazisti che, come ha detto annientano tutte le fondamentali dignità dell’uomo,
    ( compassione,amicizia, fratellanza ) e farebbero regredire la civiltà a un livello precristiano se risultassero vincitori. In questa guerra è in gioco la civiltà, ha precisato Thomas Mann, e una vittoria delle potenze dell’Asse,comporterebbe una catastrofe di proporzioni inaudite. Il 31 luglio del 1947 lo intervista Edilio Rusconi per il Corriere Della .era In un racconto lungo quasi quaranta anni fa, Mann dichiarava il proprio amore per tutto ciò che è umano vivente abituale per gli esseri chiari felici amabili; e con ciò si professava scrittore borghese.Gli ho domandato dunque bruscamente se oggi si identifica ancora… in quel tempo di giovinezza ” No –ha risposto– ho visto molte sofferenze e oggi il mio pensiero va verso l’avvenire”. ” Ma –gli ho osservato– anche nel 1932 lei guardava all’avvenire ancora nel nome della borghesia poiché in un discorso su Goethe invitava la borghesia a staccarsi dai sentimentalismi ed assumere le proprie responsabilità e a volgersi coraggiosamente al domani se non voleva perdersi. Crede ho –insistito– che la borghesia abbia oggi le sue responsabilità e si sia volta all’avvenire? ” No –ha risposto ed era malinconico– la borghesia si è perduta nel fascismo e nel nazismo.Era un giudizio duro forze troppo, aspro, ma grandi erano state le sofferenze e le amarezze patite che hanno indurito l’animo di quest’uomo soprattutto nei confronti del suo paese.Il rancore e il dolore è ancora troppo forte perché egli possa godersi la commozione del ricordo.In fine “nella Montagna incantata”Ora in una nuova edizione che porta il titolo originale “La montagna magica” accomiatandosi dal protagonista Giovanni Castorp allontanato verso il ferro, e il fuoco e il fango della prima guerra mondiale: “Da questa festa mondiale della morte, da questo delirio che incendia intorno a noi la notte piovosa sorgerà un giorno l’Amore ?”. Ma dopo la seconda festa mondiale della morte la domanda è debole senza risposta. Mann è stato come tutti sconfitto.Ma noi vogliamo pensare che lo spirito che genera ingegno e virtù diventi strumento collettivo per dare alla umanità la giusta e serena esistenza. Anche se lo sguardo vicino quanto lontano scruta morte,tragedie iniquità,violenza, disperazione abbandono:penso ai oltre 117 morti annegati di questi giorni nel Mediterraneo tra di essi bambini e donne e questo non può che creare angoscia e sgomento quanto a vergognose criminali responsabilità, collettive. Ilya Prigogine premio Nobel rileva che è questo un passaggio di crisi gravissima per l’umanità e tuttavia feconda, col rischio di sostituire ai valori etici e storici l’utile individuale, le divisioni aggressive, e il bisogno pigro di autorità ordinatrici.Occorre quindi ripensare l’alta scuola filosofica dell’umanesimo. per Leonardo è valore primario la fatica della mente nella ricerca del vero. Abbiamo appreso dai maestri di ogni tempo e di ogni popolo che nelle ore della “confusione” si deve ritrovare il fondamento e l’unità del tutto.vale a dire la centralità della vita L’uomo come ci ha ammoniti Turoldo: o è uomo di pace, o non è un uomo.Noi abbiamo il dovere per garantire alle giovani generazioni e quelle che verranno nei decenni a venire una esistenza di pace e di giustizia,destrutturale definitivamente il potente
    e antico paradigma della necessità di uccidere. Dobbiamo togliere dal nostro DNA questo inumano assioma causa di immani cataclismi passati e presenti, e sostituirlo con un nuovo paradigma che diventi valore universale: NONUCCIDERE.” Vittorio da Rios

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