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    Non in mio nome…

    E ritornano alla mente i morti della Shoah. Il loro memoriale è lassù, sulla Collina del Ricordo. Yad Vashem. No, viene da pensare, se potessero vedere, se potessero sentire, non sarebbero affatto fieri di tutto questo altro inumano dolore. “Non in mio nome…” forse, sussurra, qualcuno…
    Vittorio Da Rios, che come sempre ringrazio, a proposito di quanto accade in Palestina…


    “Mi sto chiedendo sempre più spesso come mai che non si è seguito il pensiero e l’intuizione di un grande pensatore, filosofo e scienziato quali fu Epicuro. Che già quattrocento anni prima della nascita del Cristo storico aveva intuito tutto. E si era costruito il paradigma conoscitivo osservando orizzontalmente la condizione umana. concependo che tutto è unità. Che defini il sommo Platone l’ancella di Dionisio. E che combatte ogni forma di deismo e di esseri superiori e trascendenti l’umano. Il suo pensiero poi nel corso dell’incedere della storia subì manipolazioni e stravolgimento della sua reale essenza… Come mai che poi si è andati a costruire i dogmi religiosi divisivi che hanno devastato la storia nei secoli a venire per gran parte dell’umanità. I processi divisivi sfruttati al meglio dal potere di ogni epoca hanno determinato la creazione dell’Ominide assassino e genocidario. La compenetrazione e fusione poi tra il sacro usato come potente deterrente di controllo totale e l’utilizzo delle scoperte scientifiche e le protesi tecnologiche hanno determinato l’attuale tragedia in cui la donna e l’uomo post moderno sta oggi vivendo.

    I morti del genocidio della Shoah e i massacri genocidari praticati e gestiti di fatto dalla “tribù” bianca in Europa, America Latina, in Africa, in Asia, pensiamo “al metodo Giacarta come recita il titolo di un recente libro di Vincent Bevins, che descrive con meticolosità scientifica la crociata anticomunista di Washington e il programma di omicidi di massa che hanno plasmato il nostro mondo. Quanti disastri ha determinato l’era della guerra fredda e la divisione del mondo in due blocchi da entrambe le parti? E ora che fare? Spesso mi sovviene alla mente l’assioma profetico di un grande fisico contemporaneo che definì l’attuale fase storica tragicamente inedita per aver costruito il “mostro tecnologico di potenza; armiero-finanziario-produttivo-consumistico oramai fuori controllo all’uomo stesso, che non può che constatarne le conseguenze.

    Siamo innanzi a forme di violenza inaudita. La Immane tragedia Palestinese-Israeliana ne è una conferma. Poi vi è il conflitto Russia-Ucraina. E le decine di guerre e, conflitti che attualmente stanno insanguinando il Pianeta, con decine di milioni di morti solo in questo inizio di secolo bambini, infanzia, donne anziani le maggiori vittime. Riusciranno le nuove generazioni a destrutturare la violenza e determinare su scala planetaria una convivenza pacifica a tutta l’umanità? La cultura filosofica-scientifica-economica l’alta cultura saprà dare i giusti strumenti per riequilibrare la gestione dell’utilizzo delle risorse prodotte nel pianeta ora gestite da una minoranza il 10-12% della popolazione mondiale?

    Amico ti racconterò la storia della mia vita come tu desideri, e se fosse soltanto la storia della mia vita non te la racconterei… tanti altri uomini hanno vissuto e vivranno la stessa storia, per diventare erba sui colli”. Cosi inizia il racconto della sua vita Alce Nero a John G. Neihardt. E’ la storia di tutta la vita che è santa e buona da raccontare, e di noi bipedi che la condividiamo con i quadrupedi e gli alati dell’aria, e tutte le cose verdi; perché sono tutti figli di una stessa madre e il loro padre è un unico spirito. Molto probabilmente Alce Nero non aveva mai sfogliato un libro né conosceva la Bibbia, eppure aveva saggezza e sapienza da vivere armoniosamente con ogni forma del “creato”. In fondo la grande questione è il rapporto con “L’ALTRO”. Che come ci ha illuminati un grande profeta della post modernità come nessun altro pensatore: Padre Ernesto Balducci, “E’ TE STESSO UNA PARTE IRRINUNCIABILE DI TE. Nell’altro scrive Balducci dopo la svolta “Antropologica” vi è la necessità di costruire attraverso profondi processi di radicale modifica dei paradigmi che per millenni ci hanno formato costruire L’UOMO INEDITO, oltre l’uomo EDITO. I tempi odierni tanto insicuri e incerti dove l’Ominide sembra smarrito e sperduto. ce lo impongono se vogliamo evitare la definitiva catastrofe. E ognuno dia la luce che può.

    Vittorio da Rios

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