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    Oltre le macerie… A Pitigliano il Festival della letteratura resistente.

    “Le Macerie”. A Pitigliano viene indicata così l’area devastata dal bombardamento alleato del giugno del ’44, quando il fronte di guerra passò di lì. Persero la vita 78 persone.
    Oggi “Le Macerie”, e nome mai fu più appropriato, è luogo di memoria, di storia recente, ma anche lontanissima, ché le prime operazioni di recupero della zona bombardata portarono alla luce preziosi reperti archeologici d’epoca etrusca… E se ricordare è anche resistere, non poteva che nascere qui, nel centro storico dell’incantevole città toscana scavata nel tufo, il Festival internazionale della Letteratura Resistente, parto di quella mente pirotecnica che è Marcello Baraghini, storico fondatore di Stampa Alternativa, che ha qui il suo quartier generale. E si riparte, questa settimana, dal 23 al 28 agosto, con la XXI^ edizione. A Pitigliano che, si ricorda, fu il primo paese della Toscana a essere liberato dall’oppressione nazifascista, “anzi, a liberarsi da solo”.
    “Dietro a questa liberazione di popolo” spiega Baraghini, “ci fu Pietro Casciani. Combattente che, rientrato nella sua Pitigliano, respinse le profferte fasciste e anzi, si rivoltò fino a essere costretto alla latitanza. Nelle macchie di Montauto costituì il Reparto Lupi organizzando, con competenza e passione, una vera resistenza di popolo”.
    E l’epopea di Pietro Casciani, ricostruita dagli storici Franco Dominici e Giulietto Betti ne “Il partigiano Pietro Casciani. Storia del reparto Lupi di Pitigliano”, (edito da Strade Bianche di Stampa Alternativa) inaugurerà il Festival di quest’anno, e tutto lo informerà…
    “Tributo d’amore e gratitudine per un eroe della resistenza e per rammentarci l’esigenza di resistere oggi a un nuovo orrendo fascismo ben imbellettato e confezionato”.
    Insomma, un presidio nazionale di cultura, “un’alternativa al cibo per il corpo, che è abbondante, variegato e a volte anche invasivo: il cibo per la mente”.
    Sempre fedele, Baraghini, al suo essere “editore all’incontrario”, con i suoi libri sempre anche liberamente scaricabili (perché la cultura è di tutti, o non è), ideatore, per chi non lo ricordasse, della collana dei Millelire, quei libricini che hanno spezzato la logica del prezzo di mercato… insomma, quasi quasi da meritarsi una condanna per “vilipendio al consumismo”. Che speriamo di no… che c’è tanto bisogno di qualcuno che apra crepe nel meccanismo della società-mercato, che tutti ci imbriglia, che tutti ci fa tutti prigionieri di una qualche proprietà, liberando intanto i nostri scambi culturali…
    “Editore all’incontrario”, dunque. Definizione, questa, azzeccatissima, che gli fu data da una contadina, Luciana Bellini, che partecipò, con un libro di interviste a donne militanti per la riforma agraria (“La terra delle donne”), alla prima edizione del festival, nel 2001. Quel festival fu dedicato, con le sue Strade Bianche, pensate un po’, agli scrittori analfabeti: una contadina, un carbonaio, un tombarolo…
    Sempre fedele, dunque, al mondo “fuori dai protocolli di gran galà e cerimonie, dai salotti letterari, dai vernissage in doppio petto. Di qualità culturale sorprendente. Solo appena meno frivolo…”. Non per nulla qualche anno fa Marcello ha tirato fuori dal suo cappello magico il “Premio Stregone”, provocatoria alternativa al premio Strega. Che, per la cronaca, due anni fa fu assegnato a Mario Trudu, ergastolano, con la sua bellissima, straziante, Iliade.
    E sì, sono di parte, ma Marcello è stato il primo editore che ha accolto con entusiasmo i testi che gli ho proposto di testimonianze dalle carceri, i libri dei miei scrittori- prigionieri, nelle cui pagine scorre quel “sangue letterario”, che fa la differenza. Dando così il suo bel contributo a rompere prigioni, perché scrivere “è” rompere prigioni, che non sono solo quelle feroci dell’insensatezza del nostro sistema carcerario, ma anche quelle dell’ipocrisia, dell’indifferenza, dell’ignoranza, del presunto essere “giusti” che è di tutti noi.
    A Pitigliano ci saremo anche noi, a portare ancora testimonianze da quel mondo crudele e, ne sono sempre più convinta, insensato che sono le nostre carceri. Con la mostra “La prigione e la piazza”, con la quale dalla scorsa primavera stiamo attraversando l’Italia, e con Sandra Berardi presenteremo, il 26, “Covid e carcere”, che è storia di un’altra resistenza. Quella di chi non si stanca mai di denunciare la violenza, la violazione dei diritti, anche i più elementari, che ogni giorno funesta le nostre prigioni. E la cronaca dei suicidi di questi mesi ne è tragica testimonianza…
    Ma, resistere, resistere, resistere, l’invito. Cominciando dunque dai libri “liberi” che incontreremo a Pitigliano. Seguendo il filo dei concerti che accompagneranno le serate in questo viaggio “oltre le macerie”.
    Pensando al futuro. Perché ogni giorno ci sarà uno spazio di creatività dedicato ai bambini. Per colorarle e trasformarle insieme a loro, tutte queste macerie…



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