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    … suoni

    … ascoltando, salire dal vicolo (si dice vicolo? anche a queste latitudini?) un canto di pianto… è voce di ragazzo… è canto di fado… e suono pizzicato di chitarra… Senza avere il coraggio di affacciarmi e scrutare nella penombra, che è quasi sera… ma, s’immagina benissimo, sarà magro, come la sua voce, forte e sottile… che canta di mare e di amore e di qualcosa che sa di casa e di qualcosa che non c’è più…, e ora è tumulto e ora supplica e preghiera sommessa… Lo spagnolo… non è forse lingua, ha detto qualcuno, per parlare con Dio? E chissà chi piange, e chissà chi e cosa, cantando, prova a evocare…  e ora, a un tratto, il ritmo è sussulti di colpi battuti sulla cassa della chitarra… un tumulto e poi si acquieta per riprendere poi il lamento… Non si ferma, questa voce di ragazzo e il vicolo ( sì, questa sera qui dietro c’è un vicolo, anche a queste latitudini) si riempie delle immagini strazianti che nel buio disegna questo suo solitario canto smarrito…

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