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    Un tuffo al cuore…

    Vittorio da Rios, prendendo spunto dalla storia di Joy ci regala una sua struggente testimonianza. E ancora riflessioni sull’uomo….

    “Ringrazio Francesca, che ancora una volta si dimostra unica nell’affrontare le grandi piaghe e sofferenze dell’umanità contemporanea. Debbo riconoscere che ho avuto un tuffo al cuore nell’aprire e poi leggere il suo lavoro fatto oggi che per la tradizione cristiana ha un particolare significato. Perché un tuffo al cuore? La memoria: ” sembra ieri” è andata a circa 22 anni fa quando una tarda serata ritornando da una visita fatta a un caro amico che abitava nei pressi di Bassano attraversando una trafficata arteria nel trevigiano “sinistra Piave” rimasi colpito dalle decine di giovane creature di colore addobbate con vestiari succinti da evidenziarne le “grazie” assiepate ai cigli e nelle stazioni di servizio. Non nego la mia iniziale curiosità quasi morbosa innanzi a un simile spettacolo e iniziai a cercare di capire non tanto cosa ci facessero li, il che era evidente, ma come erano capitate li e cosa c’era dietro a quel movimento che interessava a livello nazionale migliaia e migliaia di creature giovani anzi spesso giovanissime: CARNE “FRESCA LA DEFINÌ” IN UN SUO CAPOLAVORO PRODOTTO PER RAI TRE DA C’ERA UNA VOLTA IL CARISSIMO DA POCO SCOMPARSO SILVESTRO MONTANARO. E da quel momento iniziò quasi tutte le notti per un tempo non breve la mia quasi solitaria azione di OPERATORE DI STRADA con non pochi rischi di varia natura.Avvisai i Carabinieri della mia presenza e agire, che mi dissero di stare attento, e che loro a parte qualche “retata indentificatoria” delle ragazze tutte cautamente private di qualsiasi documento da parte dei loro aguzzini, altro non potevano fare.Bene ne conobbi una infinità di creature la maggioranza nigeriane, ma poi iniziarono ad essere presenti le ragazze dell’Est. comprese le albanesi, nel momento della tragica diaspora di quel popolo. Una sera mentre cercavo una ragazza di colore che qualche notte prima mi era venuta incontro evitando per poco di investirla, disperata e affamata che era ospitata in un appartamento a Padova assieme a altre infelici come lei, dove gli sfruttatori avevano il controllo diretto e mi fece vedere le bruciature sulla pelle causate da sigarette e le tracce di percosse perché la notte non aveva “lavorato” a dovere. La riaccompagnai a Padova mi fermai a uno di quei chioschi mobili notturni e li comprai dei panini e delle bibite e gli diedi le poche migliaia di lire che mi erano rimaste in tasca. Valutai l’opportunità di portarla dai Carabinieri ma pensai che a ben poco sarebbe servito. Stavo evidenziando che cercando questa ragazza che non riuscì più a rintracciare mi fermai in una stazione di servizio dove vi erano assiepate una decina di ragazze nigeriane, era oltre mezza notte. Appena mi vide si avvicinò una di queste ragazze molto giovane 20-22 anni parlava poco in italiano. Cercai di farmi capire se conosceva quella ragazza dandogli alcuni cenni identificatori. Ma non ricavai nulla e me ne andai. Poi pero essendo rimasto colpito da questa creature per lo sguardo a cercare aiuto ritornai subito li. Lei mi vide mi venne subito incontro la feci salire e li diedi 50 mila lire, la cifra stabilita dai suoi sfruttatori. Gli disse cercando di farmi capire che la volevo aiutare, mi guardo colpita, poi lo sguardo come a cercare qualcosa di indefinito quasi si rasserenò e dai suoi occhi neri iniziarono a scendere copiose sulle guance le lacrime. Gli diedi il mio numero di telefono di casa e inizio una vera battaglia per sottrarla da quella condizione di schiavitù, RITA era il suo nome convenzionale. Fu una battaglia vinta, e non fu la sola ovviamente. RITA la sottrai alla tratta criminale, le feci avere il permesso di soggiorno poi un lavoro, una casa, successivamente la doppia cittadinanza italiana-nigeriana. Ne è rimasta una tenera profonda e affettuosa amicizia. Soffriva di asma RITA non trattata da bambina che curai e guarii quasi del tutto. Ancora adesso quando mi chiama mi ringrazia e mi “definisce il suo salvatore” altrimenti non sapeva cosa di ancor più tragico il destino le avrebbe riservato, forse la morte sicura. aveva frequentato le scuole superiori e alcuni anni di università nella sua città Benin City Ora abita in Inghilterra vicino a dei suoi parenti stretti e ha un ragazzo di 15 anni. RITA è una delle diverse ragazze che riuscii a strappare da quella condizione innaturale per una donna giovane e spesso giovanissima. Ritengo che il quadro dello sfruttamento sessuale delle donne africane, Latino Americane, asiatiche dell’Est ecc. rispetto a 20 anni sia ulteriormente peggiorato da notizie che si possono apprende da associazioni e organizzazioni che operano dentro queste tragedie della modernità catastrofale. Si ha un’idea di quante di queste ragazze non solo nigeriane sono scomparse nel nulla uccise? Erano e sono nulla, senza documenti fragilissime, totalmente schiavizzate e i loro corpi merce che rende miliardi di euro o dollari che si voglia alle organizzazioni criminali internazionali. Ma qui c’è assoluto bisogno di un cambio radicale di paradigma culturale-conoscitivo della realtà schiavistica che tiene prigioniere di fatto milioni di giovani creature. Mi preme evidenziare questo particolare a riguardo di quelli anni quando una sera era un sabato estivo oltre l’una di notte presso una stazione di servizio arriva una mercedes di classe alta, e scarica una giovanissima creatura. Mi venne spontaneo far rilevare al “signore” in giacca e cravatta, fruitore di quel poco più che adolescente corpo che quella creature poteva essere non sua figlia ma nipote. E anziché farsi fare prestazioni che moglie o amanti si rifiutano, si fosse chiesto cosa ci fa li e come ci è arrivata una poco più che ragazzina? Perché non l’ha accompagnata a casa rifocillata e vedere come poteva aiutarla? Sbatte la portiera dell’automobile e sgommò via in velocità. Pasolini aveva ragione quando già tra gli anni fine sessanta primi settanta, definì l’italiano medio un “potenziale criminale” e i fatti accaduti in questi ultimi decenni ne sono una tragica conferma. In quelli anni tu mettevi assieme una decina di ragazze nigeriane e avevi una cifra che oscillava tra i 900 milioni, e un miliardo di vecchie lire. Tutte indistintamente avevano un “debito” costruito da pagare alle organizzazioni criminali internazionali tra i 70 e 90 milioni di lire: 35-45 mila Euro. Bene questo era ed è il tragico quadro che riguarda una infinità di giovanissime creature. Il caro Silvestro ogni anno finché era in RAI dedicava un trasmissione a questo fenomeno. Tratta delle donne a fini schiavistici e reti pedofile, e questo inquietava le menti che dirigevano la TV pubblica dicendoli ne hai parlato una volta perché “tornarci su” e Silvestro spiegava a queste “menti” perché lui ci tornava “SU” perché vedeva il fenomeno in grande crescita con decine di milioni di “turisti” che frequentano ogni anno i “paradisi sessuali e in particolare quelli per pedofili. In America Latina Brasile, poi l’Asia Cambogia in particolare, e paesi dell’Est europeo. Questa sua estrema coerenza nel raccontare cercando di creare coscienza collettiva su un squallido fenomeno che interessa ogni anno circa 100 mila compatrioti che il carissimo indimenticabile Silvestro fu estromesso dalla RAI cancellando il suo prestigioso programma di CERA UNA VOLTA. Questo mio breve pensiero va anche a suo doveroso ricordo. ” Vittorio da Rios

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